Ancora nessuna notizia sui due vescovi rapiti in Siria. Appello di mons. Farrel
E’ un’attesa carica di tensione, quella che si vive in Siria, dove si teme per la
sorte dei due vescovi metropoliti rapiti nei giorni scorsi nei pressi di Aleppo, per
i quali anche il Papa ha levato la sua voce al termine dell'udienza generale. Intanto
proseguono i combattimenti ad Aleppo e a Damasco, mentre l'intelligence degli Stati
Uniti è convinta che "verosimilmente" il regime di Assad abbia usato armi chimiche
"su piccola scala" contro i ribelli, in particolare sarin, un gas nervino. Lo ha
affermato il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel dagli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia
la Casa Bianca ritiene che le informazioni fin qui disponibili non siano ancora sufficienti
per averne la certezza e ha affermato che comunque gli Usa sono pronti ad ''ogni contingenza''.
Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Una pioggia
di conferme e smentite. Si tinge di giallo la liberazione dei due vescovi metropoliti
rapiti nei giorni scorsi nei pressi di Aleppo. Si teme per la loro sorte per l’assenza
reale di conferme sul loro stato di salute. Si attende il loro ritorno, come segno
di speranza per un intero Paese ormai sprofondato nel baratro della guerra civile.
Di certo c’è solo che la Siria anche oggi piange i suoi morti; vittime di un conflitto
che non risparmia nessuno e che rischia di cancellare intere generazioni. Solo i bambini
rimasti uccisi dall’inizio dei combattimenti – secondo fonti ribelli – sarebbero oltre
8mila. La situazione più drammatica, nelle ultime ore, è ad Aleppo, dove i combattimenti
stanno divorando il cuore della città. Ieri è stato distrutto il minareto della Grande
Moschea, risalente a quasi mille anni fa. Bombardamenti dell'aviazione lealista sono,
invece, in corso, sui sobborghi di Damasco, sotto il controllo dei ribelli. Sul fronte
internazionale, procedono le verifiche sulla possibilità di uso di armi chimiche da
parte del regime. La Casa Bianca sottolinea che ci sono sospetti, ma non prove, mentre
a preoccupare è in questo momento la presenza di almeno 500 combattenti volontari
giunti in Siria dall’Unione Europea. A denunciarlo il coordinatore anti-terrorismo
del club dei 27, Gille de Kerchove, che si dice preoccupato per le minacce alla sicurezza
legate al loro ritorno nel Vecchio Continente.
Ed un appello per la pace in
Siria è giunto anche dal Global Christian Forum, che ha riunito nei giorni scorsi
ad Amman tutte le espressioni cristiane in Medio Oriente. L’evento è stato seguito
con vivo interesse da mons.Brian Farrell, segretario del Pontificio
Consiglio per l’Unità dei Cristiani, che sottolinea al microfono di Philippa Hitchen,
la preoccupazione per i due vescovi rapiti ad Aleppo:
R. - In questi
giorni siamo stati rattristati enormemente dal sequestro di questi due metropoliti,
che sono veramente persone ben conosciute e stimate. Sono amici nostri: ambedue sono
stati qui diverse volte. Li conosciamo bene. E’ un grande dolore, però è anche simbolo
di quello che stanno soffrendo migliaia di cristiani nella zona.
D. - Qual
è il suo messaggio alle persone che hanno preso in ostaggio questi due prelati?
R.
- All’umanità! Questi due prelati non fanno altro che parlare della pace, dell’amore,
della giustizia. Non fanno mai appello alla violenza, all’opposizione tra le parte.
Sono delle persone che hanno lavorano anni per migliorare i rapporti non solo tra
cristiani, ma anche con i loro vicini musulmani. Pertanto sono due persone assolutamente
da rispettare. Speriamo che siano rispettate e liberate quanto prima.