2013-04-24 20:04:03

Napolitano conferisce l'incarico a Enrico Letta per un governo di servizio nazionale


Inizieranno oggi le consultazioni dei partiti da parte di Enrico Letta, il vicesegretario del Pd che ha ricevuto ieri mattina dal capo dello Stato Napolitano l’incarico di formare il nuovo Governo. Sul toto-ministri il premier incaricato ribadisce: “vi dirò tutto se scioglierò la riserva, quando 1tornerò dal presidente della Repubblica”. Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Un Governo di “servizio nazionale”. Così Enrico Letta definisce il suo tentativo di formare il Governo, che dovrà vedere un’intesa forte basata, spiega, sul confronto con tutte le forze politiche. Un Esecutivo che, precisa ancora il vicesegretario del Pd, “non nascerà ad ogni costo, ma del quale il Paese ha assolutamente bisogno”. Le priorità del premier incaricato sono quelle indicate da saggi: riforme economiche per dare risposte al lavoro che non c’è, alle imprese che chiudono, ai giovani che vanno via dall’Italia. E le riforme istituzionali, partendo dalla riduzione del numero dei parlamentari e nuova legge elettorale. Soddisfatto e rasserenato Napolitano, per il quale la sola prospettiva possibile è una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare la maggioranza. E stavolta l'appello sembra raccolto. Il Pd assicura pieno sostegno ad Enrico Letta. Così Scelta civica. Il Pdl apprezza, ma il segretario Alfano avverte: se sarà un governicchio qualsiasi, noi non ci stiamo. Secca bocciatura invece dal Movimento 5 Stelle. Per Grillo a Roma è in atto una spartizione di potere mentre il Paese è alla canna del gas. Cauta la Lega. Sulla carta comunque il nuovo esecutivo dovrebbe disporre di una maggioranza molto ampia.

Napolitano mette in luce che c’è una sola prospettiva possibile: “Una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare la maggioranza''. Abbiamo sentito l’opinione di Claudio Gentili, direttore della rivista La Società della Fondazione Toniolo:RealAudioMP3

R. – Sono convinto che Letta sia una personalità di altissimo profilo nazionale e internazionale, che mette insieme una impostazione innovativa nel campo dell’economia, nel campo delle riforme istituzionali, nel campo del miglioramento della macchina pubblica, nel campo dell’attenzione al lavoro, disoccupazione, precariato, e al tempo stesso una visione moderata della politica.

D. – In questo momento, le esigenze sembrano due: riforme istituzionali, soprattutto per quanto riguarda la legge elettorale, e poi un contributo alla ripresa…

R. – Decisamente. Le imprese stanno chiudendo. Dopo le elezioni, abbiamo avuto 50 giorni di grande confusione politica. Fortunatamente i mercati non ci hanno penalizzato, ma c’è bisogno di risposte forte sia sul versante di un nuova legge elettorale – per poter andare alle elezioni con una legge dignitosa – ma soprattutto sul versante di una politica industriale, di una politica economica, di una politica del lavoro, che da troppo tempo sono assenti.

D. – E’ importante che sia stato scelto un esponente che tutto sommato ha una tradizione cattolico-democratica?

R. – Io sono convinto di sì. Sono convinto che – così come il Papa Francesco ha commentato la rielezione di Napolitano augurandosi che la sua illuminata guida possa unificare il Paese e guidarlo saggiamente – i cattolici, cattolici democratici soprattutto, possano dare un contributo preziosissimo al rilancio dell’Italia. Lo possono dare a partire da una visione che si lega alla Dottrina sociale della Chiesa, ma anche a un’idea moderna della politica: una politica che deve smetterla di essere vittima di incapacità realizzativa, una politica che sappia decidere, perché la democrazia è fatta di decisioni, non è fatta soltanto di conflitti.


Aggiornamento 25/04/2013







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