La liberazione dei due vescovi ortodossi rapiti in Siria
Sarebbero stati rilasciati i due vescovi ortodossi, rapiti due giorni fa in Siria.
Secondo fonti locali i due Metropoliti sono tornati ad Aleppo dove erano stati prelevati
dopo l’uccisione del loro autista. Ieri una nota della Sala Stampa Vaticana ha parlato
di “drammatica conferma della tragica situazione in cui vivono la popolazione della
Siria e le sue comunità cristiane”. Sentiamo Massimiliano Menichetti:
E, intanto,
sul terreno siriano non accenna a diminuire la violenza, mentre nella comunità internazionale
si riaccende il dibattito sull’utilizzo in questa guerra civile delle letali armi
chimiche. Sentiamo Marina Calculli:
La vicenda
dei due vescovi rapiti in Siria è solo il sintomo di un conflitto che sta sfuggendo
di mano, mentre le infiltrazioni di combattenti dai paesi esteri influiscono sempre
di più sul controllo del territorio. Ieri anche il segretario generale della NATO
Rasmussen, dalla assemblea dei ministri degli esteri dell’alleanza atlantica, ha avvertito:''non
possiamo ignorare il rischio di una diffusione regionale, con possibili implicazioni
per la sicurezza degli alleati''. Intanto Israele accusa duramente il regime siriano:
Assad avrebbero usato armi chimiche ai danni della popolazione civile. Dopo aver esaminato
alcune prove, tuttavia, i vertici dell’esercito israeliano si sono detti “sicuri quasi
al cento per cento”. E infatti il segretario di Stato americano Kerry frena l’impatto
di queste dichiarazioni: “ho parlato con Netanyahu – ha detto Kerry –Israele non è
in grado di confermare”. Al margine del vertice NATO inoltre Kerry ha incontrato il
suo omologo russo Lavrov per cercare una soluzione politica al conflitto siriano.