Appello del Papa per la pace in Siria e per i due vescovi ortodossi rapiti nel Paese
Un appello per la Siria e per la liberazione dei due vescovi ortodossi rapiti due
giorni fa vicino ad Aleppo. Lo ha lanciato papa Francesco, al termine dell’udienza
generale, auspicando una soluzione politica per la crisi del Paese, da cui giungono
notizie allarmanti. Secondo fonti dell’opposizione sarebbero quasi 8mila i bambini
morti dall’inizio delle violenze. Intanto i combattimenti continuano su tutto il territorio.
Il servizio di Davide Maggiore:
La guerra non
risparmia né Damasco, né Aleppo. In un sobborgo della capitale, colpi di mortaio hanno
ucciso almeno sette persone, ferendone una trentina. Il governo ha attribuito la responsabilità
ai ribelli, che hanno anche perso il controllo di posizioni chiave a est della città.
Ad Aleppo, invece, accuse reciproche dopo il crollo del millenario minareto della
Grande Moschea: l’opposizione parla di un attacco dell’esercito con carri armati,
mentre le fonti ufficiali puntano il dito contro i jihadisti del fronte al-Nusra.
Il ministro dell’informazione ha inoltre negato che le truppe lealiste possano servirsi
di armi chimiche, in risposta alle informazioni arrivate ieri da fonte israeliana.
Sulle vittime civili della guerra, intanto, arrivano notizie terribili: 8mila bambini
avrebbero perso la vita dall’inizio del conflitto. Sono cifre diffuse dall’opposizione,
che parla anche di esecuzioni sommarie e torture. Sul piano internazionale, l’inviato
speciale Lakhdar Brahimi ha suggerito al consiglio di Sicurezza dell’Onu di imporre
un embargo sulle armi verso il territorio siriano, auspicando una soluzione politica
del conflitto. Lo stesso auspicio è stato espresso oggi dal Papa, che ha anche fatto
riferimento alla situazione dei due arcivescovi sequestrati: su di loro mancano ancora
notizie precise. Ascoltiamo le parole di Papa Francesco:
"Il rapimento
dei metropoliti greco-ortodosso e siro-ortodosso di Aleppo sul cui rilascio ci sono
notizie contrastanti, è un ulteriore segno della tragica situazione che sta attraversando
la cara nazione siriana, dove la violenza e le armi continuano a seminare morte e
sofferenza". "Rinnovo il presente invito che ho rivolto nel giorno di Pasqua affinché
cessi lo spargimento di sangue, si presti la necessaria assistenza umanitaria alla
popolazione e si trovi quanto prima una soluzione politica alla crisi".