2013-04-24 20:06:12

Appello del Papa per la pace in Siria e per i due vescovi ortodossi rapiti nel Paese


Un appello per la Siria e per la liberazione dei due vescovi ortodossi rapiti due giorni fa vicino ad Aleppo. Lo ha lanciato papa Francesco, al termine dell’udienza generale, auspicando una soluzione politica per la crisi del Paese, da cui giungono notizie allarmanti. Secondo fonti dell’opposizione sarebbero quasi 8mila i bambini morti dall’inizio delle violenze. Intanto i combattimenti continuano su tutto il territorio. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

La guerra non risparmia né Damasco, né Aleppo. In un sobborgo della capitale, colpi di mortaio hanno ucciso almeno sette persone, ferendone una trentina. Il governo ha attribuito la responsabilità ai ribelli, che hanno anche perso il controllo di posizioni chiave a est della città. Ad Aleppo, invece, accuse reciproche dopo il crollo del millenario minareto della Grande Moschea: l’opposizione parla di un attacco dell’esercito con carri armati, mentre le fonti ufficiali puntano il dito contro i jihadisti del fronte al-Nusra. Il ministro dell’informazione ha inoltre negato che le truppe lealiste possano servirsi di armi chimiche, in risposta alle informazioni arrivate ieri da fonte israeliana. Sulle vittime civili della guerra, intanto, arrivano notizie terribili: 8mila bambini avrebbero perso la vita dall’inizio del conflitto. Sono cifre diffuse dall’opposizione, che parla anche di esecuzioni sommarie e torture. Sul piano internazionale, l’inviato speciale Lakhdar Brahimi ha suggerito al consiglio di Sicurezza dell’Onu di imporre un embargo sulle armi verso il territorio siriano, auspicando una soluzione politica del conflitto. Lo stesso auspicio è stato espresso oggi dal Papa, che ha anche fatto riferimento alla situazione dei due arcivescovi sequestrati: su di loro mancano ancora notizie precise. Ascoltiamo le parole di Papa Francesco:

"Il rapimento dei metropoliti greco-ortodosso e siro-ortodosso di Aleppo sul cui rilascio ci sono notizie contrastanti, è un ulteriore segno della tragica situazione che sta attraversando la cara nazione siriana, dove la violenza e le armi continuano a seminare morte e sofferenza". "Rinnovo il presente invito che ho rivolto nel giorno di Pasqua affinché cessi lo spargimento di sangue, si presti la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione e si trovi quanto prima una soluzione politica alla crisi".







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