Siria: rapiti due vescovi ortodossi. Ucciso il diacono che li accompagnava
Sempre più caotica e drammatica la situazione in Siria. A farne le spese ieri la comunità
cristiana con il rapimento di due vescovi di Aleppo. Intanto sul terreno sempre altissimo
il livello dello scontro, mentre dall’Onu arriva la richiesta di stop agli aiuti militari
all’opposizione, proprio il giorno dopo che gli Stati Uniti avevano annunciato nuovi
finanziamenti in tal senso. Ci riferisce Marina Calculli:
Alcuni dicono
sia stata una risposta al massacro di Damasco il rapimento di due vescovi nel nord
della Siria, vicino ad Aleppo. I monsignori Yohanna Ibrahim e Bulos Yazigi, il primo
siriaco-ortodosso e il secondo greco-ortodosso, sono stati bloccati ieri da uomini
armati mentre viaggiavano dal confine siriano-turco verso Aleppo. Gli uomini hanno
ucciso l'autista sul posto - secondo fonti locali – mentre i due vescovi sono stati
portati in un luogo sconosciuto. Lo sgomento nella comunità cristiana rievoca il rapimento
nel febbraio scorso di altri due preti - padre Michel Kayyal, armeno cattolico, e
padre Maher Mahfuz, greco-ortodosso – dei quali non si hanno più notizie. Intanto
dal Qatar l’influente religioso Youssef al-Qaradawi, vicino ai Fratelli Musulmani,
ha fatto appello alle Jahbat al-Nousra, le milizie islamiste che combattono in Siria,
perché rinuncino all’alleanza con al-Qaeda e uniscano le proprie forze con quelle
dell’esercito siriano libero (Esl). L’Iran invece torna a difendere il regime: Bashar
deve restare fino alle elezioni del 2014. Sarà allora il popolo a decidere le sue
sorti.
Di Siria ieri si è parlato anche nell’incontro a Bruxelles tra il segretario
di Stato americano, John Kerry – che per la prima volta ha visitato le istituzioni
europee - il numero uno della Commissione europea, Barroso e il Presidente del Consiglio,
Van Rompuy. Sul tavolo anche l’emergenza terrorismo. Il servizio di Laura Serassio:
In Siria non
si possono aspettare altri morti e nuovi rifugiati, bisogna arrivare al più presto
a una soluzione pacifica, anche di fronte al potenziale utilizzo di armi chimiche.
Così il segretario di Stato americano John Kerry a Bruxelles, a cui ha fatto eco il
Presidente dell’esecutivo europeo, José Barroso, indicando la soluzione politica come
l’unica via possibile. Proprio mentre a Lussemburgo i responsabili delle diplomazie
dei 27 decidevano di allentare l’embargo del petrolio contro il Paese, Barroso ha
anche annunciato un nuovo e complessivo pacchetto di aiuti umanitari per la Siria.
Dopo l’attentato di Boston, la sfida del terrorismo non poteva non essere al centro
delle conversazioni tra i due leader. Per combatterlo, Kerry propone una doppia strategia:
da una parte una diplomazia economica - migliorare le condizioni di vita delle persone
per prevenire i radicalismi - dall’altra il dialogo con l’Islam moderato, affinché
l’ala maggioritaria possa prevalere su quella estremista. E poi il commercio, l’accordo
di libero scambio che si inizierà a negoziare dopo l’estate rappresenta per Barroso
la maniera più efficiente per rispondere alla crescita modesta, mentre Kerry ha ricordato
che, tra gli obiettivi dell’intesa, c’è quello di aumentare, tramite l’interscambio,
anche l’occupazione.