Francia: previsto per oggi il via libera alla legge sulle nozze gay
La polizia parigina prepara uno schieramento di sicurezza straordinario intorno alla
sede dell'Assemblea nazionale francese, dove nel tardo pomeriggio ci sarà il voto
definitivo sulla legge per l'introduzione di matrimonio e adozione per le coppie omosessuali.
Governo e prefettura temono disordini e, in particolare, possibili dissidi tra manifestanti
di posizioni opposte. Il provvedimento ha suscitato forti proteste in alcune fasce
della società francese, il cui tono in alcuni casi si è progressivamente inasprito.
Una manifestazione è stata organizzata anche a Roma, oggi pomeriggio a Piazza Farnese,
mentre in Francia migliaia di persone hanno dato vita all’iniziativa pacifica “Manifestazione
per tutti'. La collega della nostra redazione francese, Manuella Affejee, ha
intervistato uno dei portavoce, Tugdual Derville:
R. - C’est vrai
que nous sommes dans l’acceptacion… E’ vero che siamo nella fase dell’accettazione
del processo legislativo e che effettivamente la legge sarà votata. Nonostante questo,
noi portiamo ancora avanti in modo deciso la nostra resistenza nei confronti di questa
legge. Credo che in questo momento sia importante scendere in strada per protesta.
Ritengo che effettivamente il modo di protestare sia un po’ vario. C’è, ad esempio,
il sorprendente emergere del “Mouvement des Veilleurs”, movimento di osservatori
che è entrato in una sorta di grande silenzio, un silenzio intellettuale, nutrito
dalle letture che sono la nostra eredità e che ci servono per il futuro. Credo che
tutto possa tradursi concretamente e che, accanto alla resistenza, emergeranno nuove
proposte. Per il futuro, ritengo bisognerà contare anche sulla presenza di questo
movimento a prescindere dai risultati elettorali, per chiedere ai nostri eletti di
fare della difesa dell’uomo - di tutti gli uomini - la priorità della politica futura.
È dunque possibile che ci saranno delle candidature simboliche per manifestare il
nostro impegno contro questo progetto di legge, là dove sarà necessario farlo per
essere presi in considerazione.
Della spaccatura che si registra in Francia
a proposito del progetto di legge sulle nozze gay, Fabio Colagrande ha parlato
con Pietro Boffi, responsabile del Centro documentazione del Centro Internazionale
Studi Famiglia, Cisf:
R. - Il Paese
è spaccato e i titoli dei giornali lo ribadiscono ampiamente: il Paese è spaccato.
Le indagini hanno fatto vedere che c’era circa poco più della metà dei cittadini francesi
favorevoli a questa legge - per quanto riguarda il rapporto tra coppie omosessuali
- e poco meno della metà contrari. E i numeri erano molto più a favore dei contrari
per quanto riguarda il problema delle adozioni, che è un problema rilevantissimo.
Probabilmente, era il caso di ragionare e incontrarsi con argomenti e riflessioni
più pacate, che durassero più a lungo. Invece, effettivamente, si è andati verso un’accelerazione
e un irrigidimento. Mi dispiace molto, perché mi sembra che coloro che si sono opposti
pubblicamente a questo progetto l’abbiano fatto, specie all’inizio, con toni sereni,
pacati, con argomentazioni provenienti da vari fronti, da varie situazioni. Ricordo
ad esempio quanto ne hanno parlato i vescovi e quanto ne ha parlato anche il Gran
Rabbino di Francia, Bernheim, con un intervento magistrale. Il non aver preso in considerazione
praticamente nulla di questi ragionamenti sicuramente è un fatto molto grave.
D.
– Come spiegherebbe in poche parole a chi ci ascolta, perché questo progetto di legge
francese, come i progetti di legge analoghi, indebolisce la famiglia?
R. –
Perché ne viola l’essenza. Purtroppo, si è persa l’abitudine di andare alla radice
dei problemi, con riflessioni sufficientemente profonde. Il tema del matrimonio, e
la conseguente famiglia che ne nasce, nasce dall’esigenza di regolare il rapporto
in una coppia eterosessuale che fa nascere bambini. Non regolamenta gli affetti, gli
amori, i colpi di testa: non è quello che interessa il diritto. Questa struttura fondamentale
della nostra società non può essere messa in un angolo, o ritenuta superficiale, o
lasciata alla mera volontà dei singoli di volta in volta, perché è una struttura fondamentale
che regolamenta l’ordinamento nel quale viviamo. Viviamo da millenni anche con forme
molto diverse: cambiano le fattispecie giuridiche, ma rimane questo fatto che l’origine
del tema famiglia è legato alla procreazione che è un dato di fatto, a sua volta legato
alla nostra anatomia. Ora, rimettere in discussione l’anatomia, per motivi ideologici,
e ritenere che non esiste più nei processi culturali è veramente una cosa risibile.
Mi meraviglia di come sia possibile che persone intelligenti, di cultura, riescano
a mettere da parte, far sparire, una cosa che è una realtà ontologica chiara dell’essere
umano e di come da sempre l’umanità si sia prodotta. Questa è la posta in gioco, quindi
è una cosa estremamente rilevante. Più che parlare di attacco alla famiglia, direi
che è importante ricordare che la famiglia ha sempre cambiato le sue forme esterne
e cambiato i rapporti all’interno, ma si è sempre basata su questo elemento universale:
l’incrocio fra i sessi e le generazioni. Questo è importante non per noi come cattolici,
ma è importante per tutti, per l’intera società. Questo non è per fare un discorso
contro chi manifesta tendenze sessuali di tipo diverso, non è quello il punto, tanto
è vero che quando si parla di matrimoni omosessuali si parla della coppia. Da cosa
nasce l’idea della coppia, perché due, perché la coppia? È la coppia eterosessuale
l’archetipo che ha dato origine a questo tipo di situazione. Questa è la posta in
gioco. Sono riflessioni che sarebbero da fare, non si possono accantonare con un’alzata
di spalle o dicendo che i tempi sono cambiati, le mentalità sono cambiate. Sono ragionamenti
grossi, importanti. Ecco perché bisogna comunque reagire al fatto che non si pensa
più, non si riflette più sulla portata di questi “esperimenti sociali”.