2013-04-23 11:48:27

Colombia: appello dei vescovi al parlamento contro la legalizzazione delle nozze gay


In Colombia riprende al Senato la discussione del progetto di legge 47 che vuole introdurre nel Paese i matrimoni omosessuali. La proposta è stata presentata l’anno scorso, dopo una sentenza della Corte Costituzionale del 2011 che invitava il Congresso a legiferare sulla materia entro due anni, ossia entro il 20 giugno prossimo, altrimenti le coppie dello stesso sesso potranno ricorrere a un notaio per legalizzare la loro unione, stabilendo un vincolo analogo a un matrimonio eterosessuale. Contro la legalizzazione sono intervenuti nuovamente in questi giorni i vescovi colombiani che hanno inviato una lettera ai membri del Congresso per chiedere di fermare l’iter legislativo. I suoi contenuti sono stati anticipati da una conferenza stampa in cui il segretario della Conferenza episcopale mons. José Daniel Falla Robles, vescovo ausiliare di Cali, ha puntualizzato che la Chiesa non ha nulla contro le persone omosessuali o contro il riconoscimento e l’esercizio dei loro diritti, ma che non si può dimenticare che “il matrimonio e la famiglia svolgono un ruolo chiave”. La contrarietà della Chiesa ai matrimoni omosessuali, ha inoltre chiarito il presule citato dall’Osservatore Romano, non si basa su atteggiamenti intolleranti o discriminatori, ma su argomenti di natura molto diversa che riguardano “il riconoscimento e il rispetto che tutti dobbiamo alla persona umana e ai suoi valori fondamentali” tra i quali, appunto, la famiglia “nucleo della società riconosciuto dalla Costituzione”. La lettera ricorda che “il matrimonio, in tutte le culture, epoche e religioni, è un’istituzione formata dal legame stabile di esseri biologicamente distinti e complementari” e “orientata alla procreazione e all’educazione di figli e al sostegno reciproco tra i coniugi. Ponendo in tal modo le basi della famiglia - spiega la missiva - il matrimonio contribuisce al bene comune della società”. Pertanto, concludono i vescovi colombiani, dare alle unioni tra persone dello stesso sesso un riconoscimento legale “implicitamente sovverte l’ordine stabilito dalla natura umana e il nostro quadro giuridico e costituzionale”. Alla voce dei vescovi cattolici si sono unite anche quelle di rappresentanti di altre comunità cristiane. (A cura di Lisa Zengarini)







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