Napolitano alla Camere: sulle riforme contrapposizioni e lentezze. Oggi le consultazioni
Giorgio Napolitano ha giurato da Presidente della Repubblica. La cerimonia è avvenuta
ieri alla Camera davanti ai grandi elettori. Napolitano ha detto che “non prevedeva
di tornare in quest'aula” ricordando come già nello scorso dicembre avesse dichiarato
di condividere “la convinzione che la non rielezione” fosse “l'alternativa migliore”.
Da oggi le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Alessandro Guarasci:
Napolitano
si commuove in più parti del suo discorso. Il Capo dello Stato afferma che svolgerà
il suo nuovo mandato fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni lo
suggeriranno e comunque le forze glielo “consentiranno''. Poi, una bacchettata ai
partiti: alla richiesta di riforme e di rinnovamento, “non si sono date soluzioni
soddisfacenti: hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa
le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi”.
“Se
mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato,
non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese''.
Dunque, le riforme,
a cominciare da quella elettorale, e poi “occorre un'apertura nuova, un nuovo slancio
nella società; occorre un colpo di reni, nel Mezzogiorno stesso”. Sul Movimento Cinque
Stelle, il capo dello Stato afferma di apprezzare l'impegno con cui “ha mostrato di
volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l'influenza che
gli spetta”, ma al contempo “non può reggere e dare frutti neppure una contrapposizione
tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di
un secolo e ovunque i partiti”. La situazione attuale è comunque particolare, visto
che Napolitano appena insediato dovrà dare mandato per la forma azione di un nuovo
governo. C'è chi dice che stiamo andano sempre più verso una Repupplica Presidenziale.
Sentiamo il costituzionalista Stefano Ceccanti:
“Questa situazione
è eccezionale e le forze politiche sanno trovare un bando? Se invece noi pensiamo
che il sistema non sia in grado di attrezzarsi questa supplenza del Presidente diventa
permanente e allora impone il passaggio all’elezione diretta del Presidente della
Repubblica”.
Franco Miano, presidente dell'Azione Cattolica, i partiti
sapranno reagire?
“Serve una riforma del sistema elettorale, e poi elementi
più strutturali. Serve una riflessione più ampia su quelli che sono i problemi del
mondo del lavoro, delle famiglie, della vita delle persone”.