Francia, torna in piazza il popolo del "No" alle nozze gay
In Francia, alla
vigilia dell'atto finale per l'approvazione, ormai quasi scontata, della legge sulle
cosiddette 'nozze gay', il popolo del 'No' torna in piazza a Parigi e in altre città
con una nuova, importante, manifestazione. Oltre 45.000 persone, secondo le stime
della polizia, oltre 270.000 per gli organizzatori -appartenenti al collettivo 'Manif
pour tous' - , hanno sfilato domenica pomeriggio per le strade della capitale
francese intonando lo slogan "Hollande, non vogliamo la tua legge". E gli oppositori
alla legge sul matrimonio tra omosessuali annunciano che continueranno la loro protesta
anche dopo che il provvedimento sarà adotatto. "Nel Paese si moltiplicano le proteste"
spiega il corrispondente del quotidiano Avvenire, Daniele Zappalà.
"Proprio oggi un gruppo di madri ha annunciato che protesterà giorno e notte, a due
passi dalla Torre Eiffel, contro l'omofobia, contro le violenze contro i bambini e
per chiedere a Hollande di modificare una legge che - come indicano i sondaggi - è,
ormai, inviso al 55% dei francesi". Il collettivo che ha guidato la contestazione
di questa legge, composto da più associazioni, ha scelto un profilo non confessionale
e trasversale, favorendo l'adesione di giovani e anziani, persone provenienti da tutta
la Francia, gruppi ebraici e musulmani. "L'opposizione è soprattutto concentrata
sulla possibilità di adozione da parte delle coppie gay - spiega ancora Zappalà -
che potrebbe innescare una deriva forzosa verso la possibilità della fecondazione
in vitro. Si conferma che la Francia è al contempo un Paese di tradizione laica, ma
molto attaccato all'istituzione della famiglia". Dura l'accusa da parte dei manifestanti
ai media di aver ignorato il movimento. "E' vero - spiega il corrispondente del giornale
dei vescovi italiani - che esistono personalità che controllano il mondo dei media
in Francia e sono esplicitamente dalla parte del progetto di legge. Alcuni di questi
hanno addirittura fatto pressione sul presidente per la sua approvazione". "Uno dei
proprietari di Le Monde ha duramente criticato la direzione del suo giornale
per aver pubblicato l'annuncio della 'Manif pour tous'. E' indubbio che il mondo mediatico
abbia ricevuto pressioni forti e secondo molti analisti indipendenti non c'é stata
sempre un'informazione all'altezza del movimento. Anche perché si tratta delle più
grandi manifestazioni di popolo dal dopoguerra". (A cura di Fabio Colagrande)