Cambogia: il 59% dei piccoli del Paese vivono e lavorano in strada
In Cambogia, uno dei Paesi più poveri del mondo, dove il 40% della popolazione vive
al di sotto della soglia di povertà, molte famiglie che vivono nelle zone rurali,
sono costrette a vendere i propri figli per pagare debiti. Nelle città di Neak Loeung,
a sudest di Phnom Penh, e Poipet, a nord ovest al confine con la Thailandia, l’attività
commerciale è molto attiva, come pure gli interminabili flussi migratori che provengono
da zone molto povere e che vanno ad impoverire ulteriormente le due città, in modo
particolare i bambini. Il 59% dei piccoli tra 5 e 17 anni di età vivono e lavorano
in strada, molti lasciano la scuola, frequenta solo il 43%. Inoltre, in particolare
le bambine sono vittime di tratta e sfruttamento sessuale. Per cercare di limitare
il fenomeno, l’ong cattolica Manos Unidas ha finanziato un progetto che offre istruzione
e formazione professionale a 150 giovani. Questa iniziativa prevede corsi di alfabetizzazione,
sessioni informative sul traffico di droga, sui diritti dell’infanzia, sulla sanità,
l’Hiv/Aids, oltre a visite regolari alle famiglie per coinvolgerle e assicurarsi che
non vi sia abbandono scolastico. (R.P.)