Nuova strage in Siria con centinaia di vittime. Se ne parlerà oggi al Consiglio Ue
a Lussemburgo
Scontri nella provincia orientale di Dayr az Zor, una nuova strage con corpi dati
alle fiamme nei sobborghi di Damasco e un bombardamento nella regione di Idlib che
ha colpito una scuola : è lo scenario di ieri in Siria. Centinaia le vittime. Se ne
parlerà oggi al Consiglio dei ministri degli Esteri europei a Lussemburgo: è previsto
il via libera alla decisione di togliere l'embargo sulle vendite di petrolio da parte
dell'opposizione siriana e si ribadirà anche l’urgenza di un rinnovato impegno umanitario.
Specie in Libano infatti la situazione dei profughi siriani è drammatica: così la
descrive il presidente di Caritas Libano, padre Simon Faddoul, al microfono
dalla collega della nostra redazione inglese, Tracey McClure:00:02:40:97
R.
– That actually is getting disastrous, I would say, because what we have … La situazione
è disastrosa: quello che abbiamo visto è incredibile. Il numero dei rifugiati sta
aumentando in maniera esponenziale. Il governo libanese stima il numero dei profughi
che dalla Siria sono venuti in Libano in un milione e 200 mila di persone, e questo
si traduce nell’aumento di ogni tipo di problema, in particolare per quanto riguarda
l’alloggio. Non c’è alloggio per tutti e questo è un problema molto grande. Anche
le risorse cominciano a scarseggiare. Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello e
un monito in questo senso e noi, come organizzazioni non governative, abbiamo fatto
lo stesso perché non abbiamo ricevuto fino a oggi nessun tipo di aiuto concreto, tangibile.
Anche il governo libanese ha chiesto aiuti economici per sostenere le proprie attività,
ma non è arrivato nemmeno un centesimo. Insomma, la situazione è molto difficile.
Non sappiamo come andremo a finire. La popolazione libanese è preoccupata per questa
presenza massiccia di profughi in tutto il Paese, con una distribuzione caotica e
senza alcuna organizzazione, mentre la sicurezza in Libano non è ben garantita… La
gente ha quindi le paure di sempre, sia da un punto di vista sociale e di sicurezza
che economico. L’impatto sulla vita quotidiana di ciascuno è sempre più soffocante.
E poi, ci sono le malattie: c’è la tubercolosi, la leishmaniosi, malattie di cui io
personalmente non ho mai sentito parlare. Ma ci sono e questo spaventa la gente.
D.
– Avete paura che possano manifestarsi episodi di violenza nel nord, a Tripoli?
R.
– Most certainly, most certainly. Already, the Ministry of Interior… Sicuramente.
Il Ministero degli interni ha pubblicato un rapporto secondo il quale la criminalità
è aumentata del 120% – furti e crimini analoghi – e circa il 95% di questi misfatti
è commesso da siriani. C’è poi il fenomeno dei rapimenti, che si verifica di tanto
in tanto, e anche questo spaventa la gente.
D. – Se lei potesse lanciare un
appello alla comunità internazionale attraverso la Radio Vaticana, cosa chiederebbe?
R.
– I would say to everyone, to all those goodhearted people: please, please… Direi
a tutti, a tutte le persone di buon cuore: per favore, per favore ascoltate la sofferenza
del popolo siriano nel suo stesso Paese e nei Paesi limitrofi, in particolare in Libano.
Il Libano ha quattro milioni di abitanti e noi, attualmente, ospitiamo un milione
e 200 mila siriani. Ciò significa che oltre il 25% della popolazione è diventata siriana:
è una cosa folle e dal punto di vista umanitario non è più controllabile. Abbiamo
bisogno di ogni più piccolo aiuto che possiamo avere per raggiungere queste persone
e trovare soluzioni durature, almeno per i prossimi due-tre anni, finché saranno risolti
i problemi e la gente potrà tornare a casa propria.