Quirinale. Sì di Napolitano al reincarico. Mons. Bregantini: si scelga il bene comune
Il Presidente Napolitano ha accettato una seconda candidatura al Quirinale. Stamattina
alla Camera la quinta votazione, con una maggioranza di schede bianche. Alessandro
Guarasci:
Napolitano è disponibile a un secondo reincarico. Stamattina
erano saliti al Colle Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica, convinti che nella grave situazione
venutasi a determinare fosse "necessario e urgente che il Parlamento potesse dar luogo
a una manifestazione di unità e coesione nazionale attraverso la rielezione del Presidente
Napolitano". In realtà, fin dalla mattinata, a Montecitorio, questa appariva come
la soluzione più probabile. Infatti anche la votazione delle 10 di oggi si era conclusa
con una maggioranza di 445 schede bianche. Mons.Giancarlo Bregantini,
vescovo di Campobasso e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali
e il lavoro, la giustizia e la pace, ai nostri microfoni si era augurato che Napolitano
potesse “prendere in mano le situazioni, per consapevolizzare in maniera adeguata
il mondo politico per una scelta di vera dignità e di grande responsabilità”. Abbiamo
chiesto a mons. Bregantini come veda la situazione attuale in cui il Parlamento non
riesce a trovare una soluzione per il Quirinale:
R. – Sentiamo
sempre più necessario rivolgere un disperato appello alla serietà e alla capacità
di cogliere il gusto del bene comune: che siano capaci di responsabilità e di dignità!
D.
– Questo perché il Paese sta in qualche modo o rischia quantomeno di affondare, la
povertà aumenta e le persone sono sempre più in difficoltà?
R. – Soprattutto
si sente la differenza abissale tra i problemi veri della gente e il gridare di qualcuno
o l’essere muro a muro. Le parole che sono state usate, in questi giorni, sono incapaci
di cogliere il dramma che sale dalla gente comune, dal Paese. Non si può giocare così!
Non ci sono colpevoli qua o là, ma è la mentalità: cioè la politica non coglie il
senso di responsabilità; la politica che non sa dire “stringiamoci perché il bene
di tutti, viene prima del bene mio”. La dottrina sociale della Chiesa dice con chiarezza:
prima viene il nostro, poi viene il mio; solo difendendo il nostro, io difendo il
mio. Stamattina abbiamo a lungo pregato nelle Lodi, recitando il Cantico del Libro
della Sapienza: “Dammi la sapienza che siede accanto a Te e non mi escludere dal numero
dei tuoi figli”. Abbiamo dedicato questa preghiera espressamente al Parlamento italiano.