2013-04-20 15:46:01

Beatificazione di don Nicolò Rusca. Il card. Amato: fama del suo martirio mai spento nel cuore dei fedeli


A Sondrio, cerimonia di Beatificazione, ieri pomeriggio, di don Nicolò Rusca, che nella città della Valtellina fu arciprete dal 1590 al 1618. A rappresentare alla celebrazione il Santo Padre, che ieri al Regina Coeli ha ricordato il sacerdote lodando il Signore per la sua testimonianza, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Allievo di San Carlo Borromeo al Collegio Elvetico di Milano, Nicolò Rusca fu imprigionato torturato e ucciso in odio alla fede cattolica nel 1618. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

Un “pastore buono”, che aveva come prima preoccupazione le anime a lui affidate: così le testimonianze dell’epoca descrivono don Nicolò, che come la figura del Vangelo non esitò a dare la vita per il suo gregge. “La fama del suo martirio - spiega il cardinale Amato - non si è mai spenta nel cuore dei fedeli”, anche a distanza di quattro secoli:

“La santità al pari di una gemma preziosa non perde mai il suo valore, perché non è legata al fluire del tempo. Essa è uno squarcio di paradiso, che, irrompendo nelle torbide vicende umane, ne rivela il significato e il valore alla luce della fede e dell'eterna verità di Dio”.

L’intera vita dell’arciprete Rusca, anche nelle difficoltà che si trovò ad attraversare, fu testimonianza della sua fedeltà a Cristo. Ne furono esempi la predicazione, il rinnovamento di molti luoghi sacri e l’istituzione di confraternite, tra cui quella del Santissimo Sacramento. Lo studio, in cui si impegnò per tutta la vita, fu parte integrante di questo sforzo, in un’epoca in cui la Valtellina era attraversata da turbolenze che coinvolgevano cattolici ed evangelici. Questo fu il contesto in cui Nicolò Rusca trovò la morte, ma nell’onorarlo spiega il cardinale Amato, “non si tratta di cercare rivincite”, ma di fare “un’opera positiva di memoria misericordiosa”:

“Si tratta di proclamare l'innocenza di un giusto e di ricavare insegnamenti validi di riconciliazione, di rispetto, di fraternità, di amicizia e anche di testimonianza e di collaborazione nell'annuncio del Vangelo oggi. Si tratta di abbattere il muro della reciproca diffidenza per far posto alla casa comune dell'unica famiglia di Dio”.

Nicolò Rusca difese con fermezza la fede cattolica, ma raccomandò sempre di agire “con carità” verso i fedeli evangelici, insegnando, come ricordano i contemporanei, a non cercare nel confronto la gloria personale, ma la salvezza delle anime.

Ultimo aggiornamento: 22 aprile







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