Uruguay: alla Plenaria dei vescovi ribadita la difesa della vita e del matrimonio
tra uomo e donna
La difesa della vita dal momento del concepimento e la tutela della famiglia basata
sul matrimonio tra uomo e donna sono stati i temi principali analizzati dalla Conferenza
episcopale dell’Uruguay (Ceu), riunitasi in Assemblea plenaria dal 10 al 16 aprile.
Nel comunicato finale, diffuso al termine dei lavori, i presuli si soffermano, innanzitutto,
sull’iniziativa popolare di oltre 68mila cittadini che hanno presentato la propria
firma alla Corte elettorale per indire un referendum abrogativo della legge sull’aborto.
La normativa, approvata nell’ottobre scorso con una ristretta maggioranza, prevede
l’aborto fino alla 12.ma settimana e in altri casi fino alla 14.ma, previa consultazione
con una commissione di medici, psicologi e assistenti sociali. L’interruzione volontaria
di gravidanza può essere, invece direttamente autorizzata in caso di rischio grave
per la salute della madre, stupro o possibili malformazioni del nascituro. A tal riguardo,
la Ceu ricorda quanto già affermato nei mesi scorsi, ovvero che “i diritti umani ed
in particolare il diritto primario alla vita non possono essere oggetto di maggioranze
legislative o elettorali di circostanza”. Viene ribadita, quindi, la necessità che
la legislazione del Paese “rispetti il diritto alla vita umana a partire dal concepimento”.
Altro punto scottante all’ordine del giorno, la legge recentemente approvata dal Parlamento
con cui si legalizza il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso: “L’utilizzo
del nome ‘matrimonio’ per questo tipo di unione – scrivono i vescovi di Montevideo
– contraddice la natura del matrimonio, in quanto unione tra un uomo e una donna,
base naturale della famiglia”. Inoltre, la Ceu evidenzia come tale normativa “metta
a rischio i diritti dei figli, i quali potrebbero diventare un mero oggetto soprattutto
nel caso in cui si parli di adozione come diritto di tutti i tipi di ‘matrimonio’,
senza tener conto dell’interesse primario del bambino, ovvero crescere, se possibile,
con un punto di riferimento chiaro, sia materno che paterno”. Guardando, poi, in generale
alla situazione del Paese, i vescovi riscontrano alcune sfide urgenti, come le migrazioni
interne, che creano squilibri demografici; le disuguaglianze economiche; l’aumento
dell’inflazione e del tasso di disoccupazione; la povertà che colpisce soprattutto
i bambini. Al contempo, i presuli rilevano che anche la Chiesa si trova davanti a
questioni cruciali: rafforzare il ruolo dei laici, contribuire alla formazione morale
dei fedeli, ribadire la loro vocazione e identità e “riaffermare la promozione umana
come parte integrale dell’evangelizzazione”. La Ceu riflette, inoltre, sull’atto di
rinuncia al ministero petrino presentato da Benedetto XVI, ricordando “il suo ricco
magistero e la sua vicinanza pastorale all’America Latina”; riguardo a Papa Francesco,
i vescovi auspicano poi che il suo Pontificato possa “continuare ad animare la nuova
evangelizzazione del continente”. Infine, i vescovi illustrano il programma per celebrare,
il 2 e 3 luglio prossimi, il bicentenario della nascita del Servo di Dio Jacinto Vera,
primo vescovo dell’Uruguay: per l’occasione, si terrà una Santa Messa nella cattedrale
di Montevideo e verrà inaugurato un monumento del presule, situato di fronte dalla
cattedrale di Canelones, della quale fu parroco. (A cura di Isabella Piro)