2013-04-18 13:57:40

Nepal: denunciati aborti forzati per controllare le minoranze religiose


In Nepal, la National Women Commission (organizzazione del Governo nepalese che protegge i diritti delle donne) ha denunciato la pratica, seguita da un numero crescente di medici, di costringere le donne a compiere aborti forzati e illegali. Ne riferisce l’agenzia AsiaNews, che ha riportato le parole di Mohana Ansari, portavoce della Commissione: "Se una ragazza rimane incinta è suo diritto dare alla luce il bambino, ma molti medici continuano ad abusare del loro potere e per questa ragione ci rivolgeremo alla Corte Suprema". La Ansari ha portato alla luce casi di donne incinte rinchiuse in stanze anguste per dei controlli e poi violentate. "Una ragazza – ha spiegato – ha mostrato un video girato da un ginecologo per mostrare la sofferenza di un parto e convincere così le giovani donne, soprattutto quelle più povere, ad abortire". Secondo la Ansari, alla base del fenomeno degli aborti forzati ci sarebbero ragioni religiose ed economiche: limitare intanto le nascite delle minoranze cristiane e musulmane, ma anche girare video scandalosi che mostrino le parti intime delle giovani donne, o ancora incassare denaro pubblico destinato agli aborti terapeutici. Dal 2002 in Nepal è legale l’interruzione della gravidanza ma soltanto in caso di rischio per la salute della donna o del bambino, nei casi di stupro, o se la donna è incapace di intendere e di volere. L’aborto selettivo o forzato è illegale. Secondo le leggi nepalesi sarebbe possibile punire questi medici, provando le violazioni etiche e professionali, ma non è facile, come ha spiegato l’attivista per i diritti umani Mera Dhungana: “Dietro agli aborti illegali vi sono molti interessi. I medici che lo praticano spesso sono protetti dai politici o dai leader religiosi". (E.S.)







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