Italia, elezione del capo dello Stato. Al primo scrutinio Marini non raggiunge il
quorum
Alla Camera dei deputati di Montecitorio si è svolta questa mattina la prima votazione
per l’elezione del nuovo preidente della Repubblica. Dopo il primo scrutinio - tenuto
in seduta comune alla presenza di deputati, senatori e delegati regionali, per un
totale di 1007 grandi elettori – il candidato sostenuto congiuntamente da parte del
Pd e dal Pdl, Franco Marini, non ha raggiunto il quorum di 672 voti, attestandosi
a quota 520, mentre il suo sfidante diretto, Stefano Rodotà, ne ha ottenuti 240. La
cronaca del nostro inviato a Montecitorio, Alessandro Guarasci:
Franco Marini
alla prima votazione non ce l’ha fatta, non ha raggiunto il quorum dei 672 voti indispensabili
per eleggere il nuovo capo dello Stato. Un risultato che alcuni si aspettavano, visto
che questa mattina Franco Marini, secondo le indiscrezioni, sarebbe potuto passare
alla prima votazione ma solo per una manciata di voti. Secondo nel gradimento Stefano
Rodotà che, è da notare, ha preso più voti dei deputati e dei senatori del Movimento
Cinque Stelle che lo hanno candidato. A incidere su questo risultato, la spaccatura
all’interno del Partito Democratico: Marini, senatore del Pd, era stato proposto ieri
sera dal segretario Pierluigi Bersani, ma subito era arrivato il “no” dei parlamentari
vicini al sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Contro Marini, durante tutta la
mattinata, si sono espressi vari esponenti del Pd, convinti che non fosse una scelta
che esprimesse cambiamento. A favore di Marini, almeno ufficialmente, anche il Pdl,
la Lega e Scelta Civica, ma non è da escludere che anche tra questi schieramenti vi
siano stati dei franchi tiratori. Alle 15.30 la seconda votazione. Le cose a questo
punto sono due: o Bersani tenterà il tutto per tutto e riproporrà Marini, mettendo
quindi in gioco anche se stesso, oppure emergerà un altro nome su cui far convergere
la quota più alta di consensi per eleggere il nuovo presidente della Repubblica.