2013-04-18 14:48:27

Italia, elezione del capo dello Stato. Al primo scrutinio Marini non raggiunge il quorum


Alla Camera dei deputati di Montecitorio si è svolta questa mattina la prima votazione per l’elezione del nuovo preidente della Repubblica. Dopo il primo scrutinio - tenuto in seduta comune alla presenza di deputati, senatori e delegati regionali, per un totale di 1007 grandi elettori – il candidato sostenuto congiuntamente da parte del Pd e dal Pdl, Franco Marini, non ha raggiunto il quorum di 672 voti, attestandosi a quota 520, mentre il suo sfidante diretto, Stefano Rodotà, ne ha ottenuti 240. La cronaca del nostro inviato a Montecitorio, Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Franco Marini alla prima votazione non ce l’ha fatta, non ha raggiunto il quorum dei 672 voti indispensabili per eleggere il nuovo capo dello Stato. Un risultato che alcuni si aspettavano, visto che questa mattina Franco Marini, secondo le indiscrezioni, sarebbe potuto passare alla prima votazione ma solo per una manciata di voti. Secondo nel gradimento Stefano Rodotà che, è da notare, ha preso più voti dei deputati e dei senatori del Movimento Cinque Stelle che lo hanno candidato. A incidere su questo risultato, la spaccatura all’interno del Partito Democratico: Marini, senatore del Pd, era stato proposto ieri sera dal segretario Pierluigi Bersani, ma subito era arrivato il “no” dei parlamentari vicini al sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

Contro Marini, durante tutta la mattinata, si sono espressi vari esponenti del Pd, convinti che non fosse una scelta che esprimesse cambiamento. A favore di Marini, almeno ufficialmente, anche il Pdl, la Lega e Scelta Civica, ma non è da escludere che anche tra questi schieramenti vi siano stati dei franchi tiratori. Alle 15.30 la seconda votazione. Le cose a questo punto sono due: o Bersani tenterà il tutto per tutto e riproporrà Marini, mettendo quindi in gioco anche se stesso, oppure emergerà un altro nome su cui far convergere la quota più alta di consensi per eleggere il nuovo presidente della Repubblica.







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