11 milioni di famiglie temono di dover ridurre il tenore di vita. Confcommercio: anche
la classe media ha paura
La fiducia delle famiglie arriva ai minimi storici: sono 11 milioni i nuclei familiari
che temono di non riuscire a mantenere il loro tenore di vita, per 14 milioni e mezzo
risparmiare è diventato molto più difficile. Un sintomo della crisi rispecchiato dal
calo dei consumi ai minimi dagli anni ’90. I dati emergono dall'outlook Censis-Confcommercio
sulla fiducia di famiglie e imprese. Si chiede dunque al Governo di cestinare l’aumento
dell’Iva previsto per luglio e ridurre le tasse per le famiglie. Il servizio di Debora
Donnini:
E’ la paura
il sentimento centrale degli italiani rispetto a lavoro, riduzione dello stipendio,
tenore di vita, spese impreviste. La crisi continua a colpire famiglie e imprese.
Il 17% dei nuclei familiari non riesce a coprire tutte le spese con il proprio reddito,
ma è molto più in generale che serpeggia un clima di incertezza. Mariano Bella,
responsabile dell’Ufficio studi Confcommercio:
“Undici milioni di famiglie
dichiarano di avere una concreta paura di dover ridurre nel prossimo futuro il proprio
tenore di vita. Essendo così ampia quest’area di preoccupazione – non stiamo più parlando
soltanto di soggetti fragili, di soggetti in condizione di grave disagio sociale come
i poveri assoluti o i poveri relativi – questo ci porta a considerare che qui c’è
tutta la classe media o medio-alta che ha paura di ridurre i propri consumi, quindi
di veder riacuire questa crisi che non riusciamo a lasciarci alle spalle. Un altro
elemento che credo sia opportuno sottolineare è che nel corso dell’ultimo anno – da
marzo 2012 a marzo 2013 – passano dal 13 al 32% le famiglie che dichiarano di essere
costrette ad industriarsi, arrabattarsi per gestire la poca liquidità che hanno”.
Secondo Censis-Confcommercio, le famiglie affrontano la crisi con “il
modello delle tre R”: rinuncia-rinvia-risparmia. Questo chiaramente influisce sui
consumi che sono ai minimi dagli anni Novanta. Si rinviano le spese come ristrutturazione
della casa o l’acquisto di mobili. "Nel 2013 il Pil scenderà dell'1,7% e i consumi
del 2,4%, le imprese sono al collasso e la fiducia delle famiglie è ai minimi storici":
è l’allarme del presidente di Confcommercio. Carlo Sangalli sottolinea, poi, che nel
2013 chiuderanno 250mila imprese del terziario e dell’artigianato. Si chiede dunque
al Governo di "cestinare l'ipotesi di aumento dell'Iva previsto per luglio e abbassare
subito le tasse a imprese, famiglie e lavoratori”. Ancora Mariano Bella:
“La
nostra richiesta alle istituzioni, possibilmente al futuro governo, è che in questo
contesto si debba cestinare totalmente, definitivamente, l’idea di aumentare ulteriormente
l’Iva. Bisogna pagare rapidamente, con semplicità, i debiti che la Pubblica Amministrazione
ha nei confronti delle imprese, rifinanziare la cassa integrazione in deroga e – compatibilmente
con l’equilibrio di bilancio – procedere ad una restituzione fiscale e ad una riduzione
della pressione fiscale”.
Come se non bastasse nei primi 3 mesi del 2013
in Italia sono fallite 3.637 imprese, 40 al giorno, il dato in assoluto peggiore relativamente
al I trimestre dell'anno a partire dal 2009, con un aumento del 65% in 4 anni. Il
dato emerge dall’Analisi dei fallimenti in Italia di CRIBIS D&B. Dal 2009 sono quasi
49mila le imprese italiane che hanno dichiarato fallimento.