"Viaggio in Italia di J.S. Bach": a Roma concerto di beneficenza della Fondazione
Montalcini
Un modo per ricordare Rita Levi Montalcini, scomparsa nel dicembre scorso, ma anche
un’opportunità per sostenere i progetti realizzati in Africa dalla Fondazione intitolata
al Premio Nobel. E’ il duplice obiettivo del concerto di ieri sera all’Auditorium
Parco della musica di Roma, con musiche di Johann Sebastian Bach, autore preferito
dalla Montalcini, affidate al pianista Ramin Bahrami. "Un’occasione di solidarietà
da non mancare”, dice Iole Cisnetto, presidente della Fondazione InSé e collaboratrice
della Montalcini nei progetti in Africa. Gabriella Ceraso l’ha intervistata:
R. – Ho conosciuto
Rita Levi Montalcini circa otto anni fa e da lì è iniziato un meraviglioso cammino
assieme a lei, che mi ha fatto sentire decisamente più giovane e più vitale, soprattutto
attraverso la sua Fondazione per il sostegno delle donne africane. Diceva: “Se istruisci
un uomo avrai un uomo istruito. Oggi, se istruisci una donna avrai una famiglia e
una società istruita. Loro sanno trasmettere ai loro figli e quindi sanno far progredire
la loro società”.
D. – Più passione della donna o più raziocinio della scienziata?
Cosa prevaleva in lei?
R. – Direi che, forse, all’inizio prevaleva la componente
scientifica, ma quando l’ho conosciuta aveva 98 anni ed era ancora una donna energica
e capace, il cuore si è unito con la mente. Era una donna che a cento anni parlava
ancora di futuro e guardava oltre. Credo sia un esempio soprattutto per i giovani
di oggi, che hanno tanto benessere ma che non credono più in loro stessi.
D.
– Tra i quattro progetti nella Repubblica Democratica del Congo, che il concerto vuole
sostenere, c’è un centro medico formativo gestito da una donna un po’ come la Montalcini,
Laura Perna, anche lei ormai quasi centenaria, che sta salvando molti giovani ai quali
sta dando speranza…
R. – Sì, oggi sono oltre 800 i giovani - da zero a diciotto
anni - ospitati in questa casa. Alcuni hanno problemi fisici e, soprattutto, sono
ragazzi che hanno bisogno di un’educazione e di un’istruzione. In questi anni, in
Congo ho visto cambiare questi ragazzi ed è una cosa di cui sono molto felice, perché
credo che possano avere un futuro in un Paese estremamente ricco, ma anche estremamente
violento.
Protagonista e interprete del concerto, il pianista iraniano Ramin
Bahrami tra i maggiori interpreti di J. S. Bach. Il compositore tedesco ha tanto
in comune con la Montalcini, dice il maestro Bahrami al microfono di Gabriella
Ceraso:
"Entrambi
erano due entusiasti: entusiasti del bello, della ricerca, nei rispettivi campi. Bach,
infatti, ha ricercato nella polifonia e Rita Levi Montalcini ha ricercato nella scienza
e nello studio. Anche la loro universalità e la loro concentrazione e dedizione più
totale li accomuna: ogni volta che vedevo questa raffinatissima signora della scienza,
mi commuovevo per la sua eleganza innata e per il suo credo così entusiasta. Questi
valori dovrebbero ritornare ad essere la 'A' e la 'Z' dell’educazione in Italia".