Papa Francesco: no alla "Chiesa babysitter", i laici riscoprano la responsabilità
di battezzati
La potenza del Battesimo spinge i cristiani al coraggio di annunciare Cristo anche
senza sicurezze, anche tra le persecuzioni: lo ha affermato Papa Francesco durante
la Messa presieduta nella Domus Sanctae Marthae, alla presenza di un gruppo di dipendenti
dello Ior. Il servizio di Sergio Centofanti:
Anche oggi l’omelia
del Papa ha preso spunto dal brano degli Atti degli Apostoli: la prima comunità cristiana
di Gerusalemme vive in pace e nell’amore, ma subito dopo il martirio di Santo Stefano
scoppia una violenta persecuzione. “Questo – ha osservato il Pontefice - è un po’
lo stile della vita della Chiesa: fra la pace della carità e la persecuzione”. E’
quello che accade sempre nella storia “perché è lo stile di Gesù”. Con la persecuzione,
molti fedeli fuggono nella Giudea e nella Samaria e qui annunciano il Vangelo, anche
se sono soli, senza sacerdoti, perché gli apostoli sono rimasti a Gerusalemme:
“Hanno
lasciato la casa, hanno portato con sé forse poche cose; non avevano sicurezza, ma
andarono di luogo in luogo annunciando la Parola. Portavano con sé la ricchezza che
avevano: la fede. Quella ricchezza che il Signore aveva dato loro. Sono semplici fedeli,
appena battezzati da un anno o poco più, forse. Ma avevano quel coraggio di andare
ad annunziare. E gli credevano! E facevano miracoli!”.
Questi primi cristiani
– osserva il Papa - avevano soltanto “la forza del battesimo” che “dava loro questo
coraggio apostolico, la forza dello Spirito”:
“Io penso a noi, battezzati:
se noi abbiamo questa forza e penso: ma noi, crediamo in questo? Che il battesimo
basti, sia sufficiente per evangelizzare? O ‘speriamo’ che il prete dica, che il vescovo
dica … E noi? Poi, la grazia del battesimo è un po’ chiusa, e noi siamo serrati nei
nostri pensieri, nelle nostre cose. O a volte pensiamo: ‘No, noi siamo cristiani:
ho ricevuto il battesimo, ho fatto la cresima, la prima comunione … la carta d’identità
è a posto’. E adesso, dormi tranquillo: sei cristiano. Ma dov’è questa forza dello
Spirito che ti porta avanti?”.
Occorre – afferma il Papa - essere “fedeli
allo Spirito per annunciare Gesù con la nostra vita, con la nostra testimonianza e
con le nostre parole”:
“Quando facciamo questo, la Chiesa diventa una Chiesa
Madre che genera figli, figli, figli perché noi, figli della Chiesa, portiamo quello.
Ma quando non lo facciamo, la Chiesa diventa non madre, ma la Chiesa babysitter, che
cura il bambino per farlo addormentare. E’ una Chiesa sopita. Pensiamo al nostro battesimo,
alla responsabilità del nostro battesimo”.
Il Papa ricorda le persecuzioni
in Giappone nel 17.mo secolo, quando i missionari cattolici furono cacciati e le comunità
cristiane restarono per 200 anni senza preti. Al loro ritorno, i missionari trovarono
“tutte le comunità a posto, tutti battezzati, tutti catechizzati, tutti sposati in
chiesa”. Grazie all’opera dei battezzati:
“C’è una grande responsabilità
per noi, i battezzati: annunciare Cristo, portare avanti la Chiesa, questa maternità
feconda della Chiesa. Essere cristiano non è fare una carriera in uno studio per diventare
un avvocato o un medico cristiano; no. Essere cristiano … è un dono che ci fa andare
avanti con la forza dello Spirito nell’annuncio di Gesù Cristo”.
Durante
la persecuzione dei primi cristiani – ricorda infine il Papa – Maria “pregava tanto”
e animava quanti erano battezzati ad andare avanti con coraggio:
“Chiediamo
al Signore la grazia di diventare battezzati coraggiosi e sicuri che lo Spirito che
abbiamo in noi, ricevuto dal battesimo, ci spinge sempre ad annunciare Gesù Cristo
con la nostra vita, con la nostra testimonianza e anche con le nostre parole. Così
sia”.