Indagini a tutto campo per le bombe di Boston. Obama: "terrorismo codardo e feroce"
Proseguono le indagini per far luce sulla duplice esplosione di lunedì alla maratona
di Boston. Tre i morti, oltre 170 i feriti. Il presidente Obama, che domani visiterà
la città, ha parlato esplicitamente di terrorismo. Il servizio di Francesca Baronio:
Si chiamava
Martin Richard il piccolo di 8 anni ucciso dalla ferocia della strage di Boston. Assieme
a lui sono state gravemente ferite la mamma e una sorella. Sono molte le storie di
amici e famigliari che s’incrociano nella ricostruzione di questa tragedia. Al momento
17 persone lottano fra la vita e la morte mentre il numero dei feriti ha superato
i 170. "Atto atroce e codardo di terrorismo contro civili". Così Barack Obama ha parlato
della strage in diretta Tv. I motivi dell’attacco restano sconosciuti ha dichiarato
il Presidente e i media americani spiegano come sia ancora troppo presto per capire
se la strage sia di natura interna, o legata a gruppi di terrorismo Internazionale.
Ieri le indagini hanno fatto un importante passo avanti, con il ritrovamento dei due
ordigni che hanno provocato le esplosioni. Due pentole a pressione riempite di chiodi
e schegge metalliche. Un ritrovamento importante, che secondo il New York Times potrebbe
condurre allo stesso tipo di esplosivo usato contro truppe americane in Afganistan
e Iraq. E’ possibile che l’obiettivo dell’attentato fosse il governatore democratico
del Massachussets, Deval Patrick. Nel frattempo ’FBI proroga gli appelli di collaborazione,
un frammento di una foto o di un video potrebbero essere fondamentali.
E al
momento sono soprattutto due le piste seguite dagli inquirenti. La prima porta al
terrorismo di matrice interna legato alla destra militante. Amedeo Lomonaco
ha raccolto il commento del prof. Ferdinando Fasce americanista dell’Università
di Genova:
R. - Ci sono
alcuni elementi: l’anniversario dell’attentato di Oklahoma City ed in secondo luogo
questo aspetto della coincidenza con la data della giornata del pagamento delle tasse,
e sotto questo profilo, uno degli argomenti più usati dalle forze dell’estrema destra
- che in certi casi arrivano fino a queste forme militanti – è proprio il radicale
antifiscalismo. Radicale rifiuto della fiscalità federale.
D. – A proposito
di date, l’attentato è avvenuto il 15 aprile giorno in cui nel Massachusetts si celebra
il “Patriot’s Day”, per ricordare la prima battaglia della guerra di indipendenza
americana…
R. – Qui c’è un rovesciamento però della tradizione: c’è un’assunzione
della tradizione rivoluzionaria che era una tradizione di libertà, di indipendenza
ed universalistica e viene rovesciata per un’azione che invece è fortemente di parte
e distruttiva, che certo non porta alla liberazione di nessuno.
D. – L’ultimo
miglio della Maratona era inoltre dedicato alle 26 vittime, tra cui 20 bambini della
strage avvenuta lo scorso 14 dicembre nella scuola di New Town; strage che ha spinto
l’amministrazione Obama a lanciare una campagna per imporre restrizioni sulla vendita
delle armi nel Paese. Ci potrebbe essere in questo caso un collegamento proprio con
delle lobby, legate al mondo del commercio delle armi?
R. – Potrebbe esserci
questo e potrebbe esserci il collegamento con le forse dell’estrema destra che di
nuovo si richiamano ad una sovversione di quel famoso secondo emendamento relativo
al diritto di importare armi.
L’altra pista, quella esterna, collega l’attentato
a gruppi islamisti. Su questa ipostesi investigativa si sofferma, al microfono di
Amedeo Lomonaco, il giornalista Paolo Mastrolilli, americanista del quotidiano
‘La Stampa’:
R. – Al Qaeda
generalmente operava in maniera diversa da quella che abbiamo visto a Boston. Naturalmente,
è un’organizzazione in continua trasformazione: potrebbe essersi affidata a islamici
nati negli Stati Uniti che hanno poi cambiato tattica facendo poi quello che sarebbe
stato possibile per loro fare in questo momento.
D. – Al Qaeda opera in modo
diverso, però gli attacchi in sequenza fanno ricordare le dinamiche degli attentati
di organizzazioni terroristiche islamiche?
R. – Sì: ci sono però anche altri
elementi. Ad esempio, al Qaeda tradizionalmente ha usato dei kamikaze, degli attentatori-suicidi
che erano pronti a sacrificare la propria vita per la riuscita dell’attentato. Il
tipo di esplosivo che è stato usato, almeno l’intensità, la potenza delle bombe, sono
diversi da quelli che erano stati usati in passato da al Qaeda. Naturalmente questo
non esclude che l’operazione abbia operato – come si dice – in franchising,
cioè affidandosi a gruppi, a persone che si trovano già negli Stati Uniti, a cittadini
americani solidali con la causa di al Qaeda. C’è anche la possibilità che al Qaeda
abbia deciso di cambiare le proprie tattiche, adeguandosi alla situazione e anche
a quello che, operativamente e in questo momento, può fare.
D. – Un’altra pista
esterna porterebbe alla Corea del Nord, che nei giorni scorsi ha più volte duramente
minacciato gli Stati Uniti:
R. – Tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord c’è
una tensione crescente. Fino ad ora la Corea del Nord non aveva utilizzato l’arma
del terrorismo internazionale, e quindi sarebbe in sostanza una nuova strategia scelta
da Pyongyang. Però, se ci fosse la conferma che la Corea del Nord avesse avuto un
ruolo in questo attentato, significherebbe una dichiarazione di guerra nei confronti
degli Stati Uniti. E Washington, a quel punto, avrebbe tutte le motivazioni per un
intervento militare nella penisola.