Siria: 2.300 persone morte sotto tortura dall'inizio della guerra
Almeno 2.300 persone sono morte sotto tortura in Siria dall'inizio del conflitto,
oltre due anni fa. Lo denuncia un rapporto degli attivisti del Network siriano per
i diritti umani. Intanto sul terreno non si fermano i combattimenti tra lealisti
e rivoltosi anti Assad. Il servizio è di Marina Calculli:
La guerra civile
continua a dilaniare la Siria e valica il confine con il Libano. Ieri due persone
sono rimaste uccise e 30 ferite per un razzo lanciato nella alta valle della Bekka
dalla regione sud-ovest di Homs. Forse il reflusso della dura battaglia che si è combattuta
nei pressi di Tal al-Nabi Mindo, vicino al confine siri-libanese. Le forze fedeli
al regime hanno intanto lanciato una controffensiva nella provincia settentrionale
di Idlib, dove stanno combattendo per riconquistare il controllo dell'autostrada tra
Damasco e Aleppo. Nel frattempo l’opposizione siriana condanna il regime dall’esterno:
la Coalizione nazionale, guidata da Moaz al Khatib, condanna la strage di bambini,
causata dai raid del regime nei sobborghi di Damasco e nel villaggio di Haddad, a
maggioranza curda. Intanto il governo britannico ha inviato in Siria cinque blindati
e 20 giubbotti antiproiettile destinati ai ribelli. A riferirlo è stato il ministro
degli Esteri britannico William Hague, che ha ribadito che la Gran Bretagna, con la
Francia, resta convinta della necessità di ridiscutere l'embargo europeo sulle armi.