Cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia: favorevole il 71% degli italiani
Diminuire da 10 a 5 il numero di anni necessari per la richiesta della cittadinanza
italiana per l’immigrato che vive in Italia e soprattutto prevedere il suo acquisto
automatico per i figli di stranieri nati in territorio italiano: queste le proposte
di modifica dell’attuale normativa su una questione di cui si discute molto, ma che
non ha ancora trovato soluzione. Sul tema, si è tenuta a Roma un Convegno con la presenza,
tra gli altri, di mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione
Migrantes della Cei. Adriana Masotti lo ha intervistato:
R. - Il tema
della cittadinanza ha a che fare con la qualità della nostra democrazia. Infatti,
la cittadinanza ma soprattutto il senso di appartenenza a una città a cui la cittadinanza
fa riferimento, è uno dei segni più importanti di una crescita della qualità della
democrazia di un Paese. Quindi, credo che sia molto importante una riforma della legge
della cittadinanza in Italia, su cui lavorare insieme, su cui anche la politica possa
garantire la titolarità dei diritti, da un’appartenenza generica a un’appartenenza
che invece diventa efficace.
D. – Il passaggio fondamentale sarebbe quello
dallo "ius sanguinis" – cioè un diritto basato sul sangue – allo "ius soli", che sottolinea
proprio l’importanza della nascita sul territorio italiano…
R. – Il cambiamento
fondamentale è legare la cittadinanza non a una tematica semplicemente di discendenza,
ma a una tematica di territorialità. In altre parole, la città e il vivere in città
sono il luogo e il senso del dare la cittadinanza, più che essere di una famiglia
italiana o all’interno di un percorso di discendenza di una famiglia italiana. E questo
credo sia un passaggio molto importante, perché incrocia questa cittadinanza ormai
globale delle persone e delle persone migranti, e questa necessità di un’estensione
che è già avvenuta nel dopoguerra, in quel passaggio che abbiamo avuto da una cittadinanza
italiana ad una cittadinanza anche europea e che chiede oggi un’ulteriore risemantizzazione
del concetto di cittadinanza in un’ottica maggiormente globale.
D. – Eppure,
sia tra le forze politiche, sia anche nell’opinione pubblica ci sono ancora tante
resistenze, in nome di una identità – quella italiana, in questo caso – da preservare…
R.
– Occorre distinguere la percezione, il sentire degli italiani in ordine a questo
tema rispetto a quella che è, invece, l’opinione di alcuni parlamentari, di alcuni
politici. E’ l’indagine dell’Osservatorio politico del Cise, del Centro italiano di
studi elettorali dell’Università di Firenze, che ci ha ricordato che il 71% degli
italiani si dichiara molto o abbastanza d’accordo con l’affermazione secondo cui i
figli di immigrati che nascono in Italia dovrebbero ottenere automaticamente la cittadinanza
italiana. Addirittura l’81% è d’accordo anche sull’estensione del diritto di voto.
Quindi, si tratta oggi di fare incontrare l’opinione della gente con le scelte politiche
del Paese. Anche la Chiesa stessa, in Italia, ha ripetuto come il tema della cittadinanza
possa essere un tema importante per ridisegnare il nostro Paese, superando quella
logica di contrapposizione o quella logica – come dice Bauman – della stratificazione
sociale.
D. – Quindi, si tratta di allargare il più possibile anche a chi deve
decidere questo concetto dell’immigrato non come problema ma come un dono, titolo
anche di una relazione del Convegno di oggi, “La cittadinanza, da concessione a dono
per la città”: sta un po’ in questo il cambio di mentalità…
R. – Certamente.
Il tema del dono incrocia il fatto che di fronte all’incontro, a una relazione fra
persone che provengono anche da realtà ed esperienze diverse, il mettere in campo
anzitutto non un muro, non una distinzione, non una minorità, ma una differenza che
venga riconosciuta anche attraverso lo strumento della cittadinanza è certamente uno
dei passaggi fondamentali anche nel nostro Paese.
D. – Qualcosa, quindi, che
fa bene a tutti?
R. – Qualcosa che fa bene a tutti. In questo senso, anche
la discussione sul tema della cittadinanza, oltre che essere efficace per superare
quella lettura ideologica dell’immigrazione che tante volte è stata fatta in Italia,
è uno strumento importante per educare alla cittadinanza, anche tutti gli italiani.