2013-04-16 18:51:47

Attentato di Boston, il presidente Obama: atto di terrorismo atroce e codardo


Giornata di sgomento e dolore negli Stati Uniti all’indomani dell’attentato di Boston che lunedì ha provocato la morte di almeno 3 persone, tra cui un bambino, ed oltre 170 feriti. Il presidente americano, Barack Obama, ha detto che si è trattato di un atto di terrorismo “atroce e codardo contro civili”. Restano ancora sconosciuti – ha aggiunto il capo di Stato americano - i motivi e i responsabili dell’attacco sferrato ieri durante la maratona di Boston. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

L’America non ha paura. Il presidente Obama ha ribadito che il popolo americano si rifiuta di essere intimidito dal terrorismo. Saranno prese “tutte le misure di sicurezza necessarie” e i responsabili dell’attentato – ha aggiunto Obama - verranno assicurati alla giustizia. Boston, intanto, è una città blindata: lo spazio aereo è stato chiuso e la zona dell’arrivo della maratona, in una delle vie più trafficate della città, resterà inaccessibile per diversi giorni. Secondo fonti locali, i due ordigni, artigianali, sono stati collocati all’interno di cestini della spazzatura lungo il marciapiede e sono stati fatti esplodere con un telecomando a distanza. L'Fbi ha anche reso noto che non aveva avuto indicazioni su possibili minacce prima dell'attentato.

Al momento sono soprattutto due le piste seguite dagli inquirenti. La prima porta al terrorismo di matrice interna legato alla destra militante. Amedeo Lomonaco ha raccolto il commento del prof. Ferdinando Fasce americanista dell’Università di Genova:






L’altra pista, esterna, collega l’attentato a gruppi islamisti. Su questa ipostesi investigativa si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il giornalista Paolo Mastrolilli, americanista del quotidiano ‘La Stampa’:RealAudioMP3

R. – Al Qaeda generalmente operava in maniera diversa da quella che abbiamo visto a Boston. Naturalmente, è un’organizzazione in continua trasformazione: potrebbe essersi affidata a islamici nati negli Stati Uniti che hanno poi cambiato tattica facendo poi quello che sarebbe stato possibile per loro fare in questo momento.

D. – Al Qaeda opera in modo diverso, però gli attacchi in sequenza fanno ricordare le dinamiche degli attentati di organizzazioni terroristiche islamiche?

R. – Sì: ci sono però anche altri elementi. Ad esempio, al Qaeda tradizionalmente ha usato dei kamikaze, degli attentatori-suicidi che erano pronti a sacrificare la propria vita per la riuscita dell’attentato. Il tipo di esplosivo che è stato usato, almeno l’intensità, la potenza delle bombe, sono diversi da quelli che erano stati usati in passato da al Qaeda. Naturalmente questo non esclude che l’operazione abbia operato – come si dice – in franchising, cioè affidandosi a gruppi, a persone che si trovano già negli Stati Uniti, a cittadini americani solidali con la causa di al Qaeda. C’è anche la possibilità che al Qaeda abbia deciso di cambiare le proprie tattiche, adeguandosi alla situazione e anche a quello che, operativamente e in questo momento, può fare.

D. – Un’altra pista esterna porterebbe alla Corea del Nord, che nei giorni scorsi ha più volte duramente minacciato gli Stati Uniti:

R. – Tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord c’è una tensione crescente. Fino ad ora la Corea del Nord non aveva utilizzato l’arma del terrorismo internazionale, e quindi sarebbe in sostanza una nuova strategia scelta da Pyongyang. Però, se ci fosse la conferma che la Corea del Nord avesse avuto un ruolo in questo attentato, significherebbe una dichiarazione di guerra nei confronti degli Stati Uniti. E Washington, a quel punto, avrebbe tutte le motivazioni per un intervento militare nella penisola.







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