Appello delle Agenzie Onu: fermate il massacro in Siria
Fermare “le crudeltà e carneficine” in corso in Siria: è l’appello congiunto che cinque
organismi delle Nazioni Unite hanno rivolto alla comunità internazionale. In una nota
comune i rappresentanti di Unicef, Oms, Ocha, Pam e Unhcr hanno criticato quello che
definiscono uno “scarso senso di urgenza da parte dei governi e le parti che potrebbero
contribuire a porre fine alle crudeltà e carneficine in atto”. I firmatari - riporta
l'agenzia Misna - riconoscono che “i bisogni aumentano notevolmente” e che l’assistenza
umanitaria “non riesce neanche lontanamente a soddisfare le esigenze dei civili in
fuga o intrappolati nel conflitto”. Inoltre le agenzie sottolineano di non stare chiedendo
fondi “che pure sarebbero necessari”, ma “un’azione concreta per aiutare il popolo
siriano e salvare l’intera regione dal disastro”. Intanto in Siria, il presidente
Bashar al Assad ha decretato un’amnistia generale per i crimini commessi prima del
16 aprile 2013 che commuta le sentenze alla pena capitale in ergastolo e lavori forzati.
Il decreto – precisa l’agenzia stampa Sana, non si applica ai reati di contrabbando,
insubordinazione e a detenzione di stupefacenti. Dall’inizio della rivolta contro
il governo di Damasco nel marzo 2011 – degenerata in guerra civile che ha finora causato
migliaia di morti – il presidente ha approvato diverse amnistie. Sono ancora decine
di migliaia tuttavia, secondo le associazioni per i diritti umani, i detenuti nelle
carceri del Paese. Dal canto suo, l’opposizione denuncia nuovi bombardamenti su diversi
quartieri di Damasco e l’uccisione di civili tra cui bambini. Tra le zone colpite,
secondo l’Osservatorio per i diritti umani con sede a Londra, ma che gode di una fitta
rete di contatti tra medici e attivisti, ci sono i quartieri di Qaboon e Jobar, a
nord-est della capitale, non lontano dalla piazza Abasseyeen. (R.P.)