2013-04-15 16:08:10

Signis, Congresso mondiale in ottobre a Beirut. Mons. Celli: media per una cultura di pace


Media, pace, giovani: al centro del prossimo Congresso mondiale del Signis - associazione cattolica per la comunicazione, in programma a Beirut, in Libano, dal 20 al 23 ottobre 2013. L’evento è stato presentato ieri mattina alla stampa nella sala Marconi della nostra emittente. Tra gli ospiti presenti, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che offre il suo patrocinio, e Augustine Loorthusamy, direttore del Signis. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

“I media per una cultura di pace: creando immagini insieme alla nuova generazione”: il tema del Congresso mondiale del Signis, che vedrà riuniti a Beirut delegati di 140 Paesi, professionisti di radio, tv, video, cinema, Internet e nuove tecnologie. Una grande opportunità per dibattere e creare una cultura di pace tra nazioni, popoli, religioni, utilizzando le straordinarie potenzialità dei media – specie dei nuovi media – non ancora bene sfruttate per questo nobile scopo. Mons. Claudio Maria Celli:

D. – E’ significativo che un simile congresso lo si faccia in Libano, in una società martoriata, in gravi difficoltà, dove ci sono popolazioni che hanno sperimentato e sperimentano ancora la sofferenza di tante tensioni e anche di una guerra. Mi sembra importante che Signis, come Associazione mondiale della comunicazione, voglia avere il proprio congresso in Libano e con una tematica che tocca fortemente un aspetto della comunicazione che è l’immaginazione. Infatti, il tema è proprio come creare immagini che coinvolgano e creino una cultura di pace. Noi del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali guardiamo con grande interesse a un simile Congresso. Lo vediamo e lo apprezziamo proprio in questa contestualità multireligiosa e multiculturale che è il Libano. E’ importante questo dialogo tra le religioni, tra gli uomini e le donne appartenenti alle varie religioni: un dialogo che vuole essere promotore di pace, di collaborazione, di ascolto, di rispetto. Ecco perché noi ci auguriamo ancora una volta che un simile Congresso possa essere l’espressione di questo dialogo rispettoso della verità degli altri, perché solamente con un simile atteggiamento noi possiamo porre le basi di uno sviluppo sociale, umano e più ricco, più coinvolgente gli uomini e le donne di oggi.

D. – Si vuole dunque rivendicare un ruolo più attivo dei media per costruire culture di pace? I media oggi sono soprattutto impegnati a raccontare le guerre, quindi bisogna sottolineare che è necessario anche immaginare la pace…

R. – Io penso che oggi la nostra cultura, che è una cultura digitale, veda come sua espressione particolare le reti sociali. Benedetto XVI ha dedicato quest’anno un suo Messaggio proprio allo sviluppo e all’utilizzo delle reti sociali come momento di dialogo umano, ma anche come momento di una più profonda evangelizzazione. Io credo che per noi discepoli del Signore Gesù sia significativo e sia un sfida il far sì che proprio attraverso i nuovi media, le nuove tecnologie – che creano un ambiente dove milioni di uomini e donne oggi si trovano a vivere – si possano utilizzare queste opportunità per creare una società più rispettosa dell’uomo e, direi, non passivamente rispettosa, ma attivamente promotrice dello sviluppo integrale della persona e di tutti gli uomini.

Ultimo aggiornamento: 16 aprile







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