Iraq: il Paese sconvolto da una serie di attentati
Una scia di attentati, tra attacchi suicidi ed esplosioni, sconvolge l’Iraq alla vigilia
delle prime elezioni da quando le truppe americane hanno lasciato il Paese. Sale così
ad almeno 30 morti e quasi 200 feriti il bilancio delle vittime che sono state colpite
in sette diverse citta' irachene, tra cui Baghdad. Lo riferiscono funzionari locali
e fonti ospedaliere. A nord della capitale ieri mattina una serie di attentati ha
causato 6 morti e oltre 70 feriti. Nella sola città di Touz Khourmatou, a circa 175
Km a nord di Baghdad, sono esplose tre autobombe e due esplosioni a Nassirya hanno
ferito 14 persone. Altre autobombe hanno colpito anche le località di Falluja e Kirkuk.
Fonti della polizia fanno sapere che un attentato suicida si sarebbe verificato anche
nei pressi dell'aeroporto internazionale del Paese. Nessun movimento estremista ha
ancora rivendicato la responsabilità' delle operazioni. Negli attacchi di domenica,
invece, tra le vittime delle autobombe che hanno colpito le città di Mosul e Falluja,
provocando 10 morti, c’era anche un candidato alle elezioni del prossimo 20 aprile,
il tredicesimo dall’inizio della campagna elettorale. Tra le vittime degli attentati
di questi giorni, anche uomini della polizia e agenti di sicurezza. Domenica a Mosul
( 400 Km a nord ovest di Baghdad), un'autobomba ha ucciso cinque poliziotti mentre
ispezionavano il corpo di un uomo abbandonato sulla strada. Nei giorni scorsi a Baquba
(60 km a nord della capitale) un ordigno è esploso davanti alla moschea sunnita uccidendo
12 persone. La lunga scia si sangue che ha colpito il Paese nelle ultime settimane,
avviene a pochi giorni dal decimo anniversario dell’invasione americana del Paese
ed è l’ultimo episodio di una serie interminabile di violenze che segnano una nazione
divisa tra arabi, curdi, e turcomanni e dove i cristiani sono spesso vittime di vendette
incrociate e giochi di potere. Dal 2003 al dicembre 2011, data del ritiro completo
delle truppe Usa, sono morti 4.500 soldati statunitensi e 300 alleati. Tuttavia la
vera carneficina riguarda la popolazione civile irachena, che registra quasi 200.000
vittime dall’inizio della guerra. In questo contesto, le elezioni amministrative rappresentano
un test decisivo per il governo del premier sciita Nuri al Maliki, candidato alle
consultazioni legislative dell'anno prossimo. In attesa di rivendicazioni esplicite
di questi attentati, si ricorda che i gruppi fondamentalisti armati sunniti avevano
annunciato di voler sferrare una serie di attacchi anti-governativi a ridosso delle
elezioni locali. (R.P.)