Il card. Vegliò ai cappellani dell’aviazione civile: portate il Vangelo in tutte le
periferie
“Anche negli aeroporti c’è più che mai bisogno di ascoltare e vivere secondo la Parola
di Dio”. E' quanto ha affermato il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, intervenendo
al Seminario europeo, in corso a Cracovia, dei cappellani cattolici dell’aviazione
civile e dei membri delle cappellanie. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
“Gli aeroporti
– ha detto il cardinale Antonio Maria Vegliò – sono luoghi di fretta e concitazione,
che non agevolano l’occasione di una sosta con Dio”. “Un momento di pausa e di preghiera,
invece, permette a ciascun essere umano di fermarsi a riflettere e a porsi delle domande
sul senso della vita, sul significato del bene e del male, e sulle conseguenze del
proprio agire”. “Tutti noi – ha aggiunto il porporato – dobbiamo annunciare la Parola
di Dio con generosità e dolcezza, soprattutto negli aeroporti dove lo stress del lavoro
e del viaggio incidono sullo stato d’animo delle persone”. “Tuttavia, per poter annunciare
efficacemente la Parola, bisogna averla accolta, fatta propria e, per essere convincenti,
occorre viverla concretamente”.
“Essere aperti a Dio – ha osservato il presidente
del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti – porta ad essere aperti agli
altri, come i cappellani d’aeroporto che esercitano il loro ministero fra persone
di origine, cultura, religione e sensibilità diverse”. Con alcuni “si entra facilmente
in sintonia”. “Nell’ascoltare altri, invece, si deve far ricorso a tutto quel bagaglio
di conoscenza, di pazienza e di virtù che la Parola di Dio offre a ogni cappellano”.
“La Parola di Dio – ha spiegato il porporato – infatti dà quella capacità e quella
sicurezza che permettono di offrire comprensione e tenerezza, la sensibilità tanto
evocata da Papa Francesco”.
Anche nell’esercizio del ministero negli aeroporti
è illuminante il pensiero espresso lo scorso mese di marzo, prima del Conclave, dall’allora
cardinale Jorge Mario Bergoglio, alle Congregazioni generali: “La Chiesa – affermava
– è chiamata a uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle
geografiche, ma anche quelle esistenziali”. “Quelle del mistero del peccato, del dolore,
dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’assenza di fede, quelle del pensiero,
quelle di ogni forma di miseria”. Dopo aver sottolineato che “l’annuncio della Parola
crea comunione e realizza la gioia”, il cardinale Antonio Maria Vegliò ha infine esortato
i cappellani cattolici dell’aviazione civile a essere “comunicatori gioiosi del Vangelo”,
perché la Parola di Dio arrivi ai cuori delle persone e in tutte le periferie, non
solo geografiche, ma anche esistenziali.