Una scuola cattolica per le popolazioni dimenticate del Nepal
"I cattolici hanno acceso una luce di speranza nella nostra vita". La testimonianza
di Govinda Bahadur arriva dal Nepal attraverso l’agenzia AsiaNews. "Per decenni -
racconta Bahadur membro dell'etnia tribale Chepang e leader della Nepal Chepang Association
(Nca) - noi e i nostri figli abbiamo vissuto al buio, dimenticati da tutti. Era impossibile
mandare i nostri figli a scuola. Nel 2011 i cattolici hanno aperto un istituto per
la nostra tribù e da allora la nostra esistenza è cambiata". Fondata il 12 novembre
2011, la Navodaya School ospita oggi centinaia di studenti. L'istituto è stato realizzato
grazie al contributo di associazioni locali e straniere. Oltre ad educare i bambini,
la scuola sostiene le famiglie aiutandole nella ricerca del lavoro e sviluppando progetti
per piccole aziende agricole. Bhakta Bahadur Chepang, che abita nei pressi della località
di Siddhi, aggiunge che "la comunità spesso non ha cibo, vestiti adeguati, elettricità,
acqua. Nessuno si è mai curato di noi in questi anni. Solo i cattolici hanno dato
un aiuto alla nostra gente". Concentrati nel distretto di Chitwan nella regione di
Madhyamanchal (Nepal centrale) i Chenpang sono uno dei 59 gruppi indigeni presenti
in Nepal. La popolazione è di circa 52mila persone ed è di religione indù e buddista.
Le comunità vivono in aree inaccessibili a 1200 metri di quota, lontane dai centri
abitati e dalle vie di comunicazione. La loro principale fonte di sostentamento è
la foresta con i suoi prodotti. Negli anni solo poche famiglie hanno abbandonato la
vita nomade, trovando lavoro come braccianti agricoli. Purtroppo, a causa della morfologia
del territorio e del clima della regione e i raccolti sono sufficienti solo per sei
mesi. Per il resto dell'anno i Chepang si cibano di frutti spontanei, o vivono di
pesca e caccia. Spesso i bambini aiutano i genitori nella campagne e non possono andare
a scuola: i tassi di abbandono vanno oltre il 70 per cento. (D. M.)