Il Papa al Regina Caeli: la Chiesa annunci con coraggio Cristo risorto, vicina ai
cristiani perseguitati
Grande folla di fedeli, almeno 80mila, anche ieri in Piazza San Pietro per il Regina
Caeli di Papa Francesco in una stupenda giornata primaverile. Al centro del discorso
del Pontefice la pagina degli Atti degli Apostoli che si legge nella Liturgia di questa
Terza Domenica di Pasqua. Il servizio di Sergio Centofanti:
"Cari fratelli
e sorelle, buongiorno!".
E' il saluto ormai consueto con cui il Papa si
rivolge ai tanti fedeli riuniti in Piazza San Pietro. La pagina biblica citata dal
Pontefice riferisce che "la prima predicazione degli Apostoli a Gerusalemme riempì
la città della notizia che Gesù era veramente risorto, secondo le Scritture, ed era
il Messia annunciato dai Profeti". I sommi sacerdoti e i capi della città cercano
di stroncare sul nascere la comunità dei credenti e fanno imprigionare gli Apostoli,
ordinando loro di non insegnare più nel suo nome. Ma Pietro e gli altri Undici rispondono:
«Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato
Gesù … lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore… E di questi fatti siamo
testimoni noi e lo Spirito Santo»". Gli Apostoli vengono flagellati e gli viene nuovamente
imposto "di non parlare più nel nome di Gesù". Ma essi se ne vanno, "lieti di essere
stati giudicati degni di subire oltraggi" a causa del Signore.
Il Papa si chiede
dove abbiano trovato i primi discepoli "la forza per questa testimonianza" e da dove
venisse "la gioia e il coraggio dell’annuncio, malgrado gli ostacoli e le violenze".
"Non dimentichiamo - ha affermato il Papa - che gli Apostoli erano persone semplici,
non erano scribi, dottori della legge, né appartenenti alla classe sacerdotale. Come
hanno potuto, con i loro limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con
il loro insegnamento?":
"E’ chiaro che solo la presenza con loro del Signore
Risorto e l’azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto. E’ il Signore
che era con loro e lo Spirito che li spingeva alla predicazione spiega questo fatto
straordinario.La loro fede si basava su un’esperienza così forte e personale
di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura
vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le
orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo con la vita”.
Questa
vicenda della prima comunità cristiana - ha proseguito - "ci dice una cosa molto
importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi":
"Quando
una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza
nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare
questa esperienza. E se questa persona incontra incomprensioni o avversità si comporta
come Gesù nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità”.
Il
Papa ha quindi chiesto l’aiuto di Maria affinché "la Chiesa in tutto il mondo annunci
con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza
con segni di amore fraterno":
"L’amore fraterno è la testimonianza più
vicina che noi possiamo dare del fatto che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto.
Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione: ma in questo
tempo, ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzioni, tanti, tanti in tanti Paesi!
Preghiamo per loro con amore, dal nostro cuore: sentano la presenza viva e confortante
del Signore Risorto".
Dopo il Regina Caeli, Papa Francesco ha ricordato
che ieri, a Venezia, è stato proclamato Beato Don Luca Passi, sacerdote bergamasco
del 1800, fondatore dell’Opera laicale Santa Dorotea e dell’Istituto delle Suore Maestre
di Santa Dorotea:
“Rendiamo grazie a Dio per questa testimonianza di questo
Beato!”
E oggi – ha detto ancora - in Italia si celebra la Giornata per
l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema «Le nuove generazioni oltre la crisi»:
"Questo Ateneo, nato dalla mente e dal cuore di Padre Agostino Gemelli
e con un grande sostegno popolare, ha preparato migliaia e migliaia di giovani ad
essere cittadini competenti e responsabili, costruttori del bene comune. Invito a
sostenere sempre questo Ateneo, perché continui ad offrire alle nuove generazioni
un’ottima formazione, per affrontare le sfide del tempo presente”.
Infine
ha salutato “con affetto tutti i pellegrini presenti, provenienti da tanti Paesi",
le famiglie, i gruppi parrocchiali, i movimenti, i giovani e, in particolare, il pellegrinaggio
della diocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, con l’arcivescovo Buoncristiani.
Un pensiero speciale ha rivolto anche per i ragazzi e le ragazze "che si stanno preparando
alla Cresima”. Quindi il saluto finale:
“A tutti voi buona domenica a tutti
e buon pranzo!”.