Pressing degli Usa sulla Cina per arginare la minaccia nordcoreana
Ha preso il via a Pechino la missione del segretario di Stato americano Kerry che
intende ottenere l’appoggio della Cina, storico alleato della Corea del Nord, per
fronteggiare la minaccia nucleare di Pyongyang. Intanto il Giappone ha messo a punto
tutte le contromisure in caso di attacco. Benedetta Capelli:
Gli Stati Uniti
fanno pressing sulla Cina, fedelissima di Pyongyang anche se molto critica di fronte
alle minacce nucleari nordcoreane. Il segretario di Stato americano Kerry è stato
chiaro, nell’incontro ieri a Seul con il ministro degli Esteri sudcoreano Yun, ha
evidenziato che solo Pechino può fare la differenza in questa guerra di nervi. Il
capo della diplomazia americana ha in agenda colloqui con i principali leader cinesi
ai quali chiederà di intensificare la pressione su Pyongyang perché torni al tavolo
delle trattative. “Il lancio di un missile verso il mar del Giappone o in un’altra
direzione – ha ribadito Kerry – sarebbe un errore enorme e un’inutile, infelice e
indesiderata provocazione”. Intanto proprio il Giappone ha annunciato di aver attivato
tutte le contromisure necessarie per rispondere a “qualsiasi scenario”. Esperti di
intelligence si dicono convinti che i preparativi per un attacco siano stati completati
e ipotizzano che questo possa avvenire in prossimità della festività del 15 aprile:
Giorno del Sole e compleanno del “presidente eterno” della Corea del Nord Kim Il-Sung.
Secondo gli Usa, Pyongyang non avrebbe la capacità di dispiegare missili con testate
nucleari. Da registrare la disponibilità del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon
di recarsi in Corea del Nord, da lui un nuovo appello perché Kim Jong un cessi le
provocazioni e migliori la vita dei nordcoreani.