Accordo per l’Idi. Intervista con il cardinale Versaldi
E’ stato raggiunto l’accordo tra Regione Lazio, Gruppo Idi (Istituto Dermopatico dell’Immacolata)
e sindacati: la procedura di mobilità per 405 dipendenti dell'Idi è stata ufficialmente
ritirata. I licenziamenti sono stati così scongiurati. La Regione ha concesso la Cassa
integrazione in deroga fino a 200 dipendenti. Sulla crisi che ha coinvolto la struttura
ospedaliera retta dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione e sull’impegno
del Vaticano per aiutare a risolverla, Sergio Centofanti ha intervistato il
cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura degli Affari Economici
della Santa Sede e delegato pontificio per la Congregazione religiosa:
R. – Io sono
stato chiamato dopo la metà di febbraio dalla Santa Sede, con nomina pontificia, come
delegato pontificio per la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione all’interno
della quale c’era questo grosso problema degli ospedali in sofferenza da mesi, con
situazione anche di allarme sociale perché – appunto – con la mancanza di fondi c’era
anche mancanza di erogazione degli stipendi, nonostante che i dipendenti, pur senza
stipendio, lodevolmente avessero continuato la loro attività, seppur in maniera ridotta.
Questo ha avuto il significato, da parte di Benedetto XVI, di dare un aiuto alla Congregazione
dei Figli dell’Immacolata Concezione ma anche alla soluzione di questi gravi problemi
che si trascinavano da mesi: quindi, è un segno di vicinanza della Santa Sede che
non voleva sostituirsi alla Congregazione, ma dare un segnale di supporto e di aiuto.
D.
– Quale lavoro è stato fatto dalla sua nomina?
R. – Appena nominato, mi sono
adoperato per avere dei collaboratori, ovviamente. Ho nominato due vicari. Per gli
aspetti più interni alla vita religiosa mons. Filippo Iannone, vicegerente di Roma,
che già aveva fatto una visita apostolica nella Congregazione e quindi era già in
grado di avere una conoscenza della situazione interna. Poi, ho nominato il professor
Profiti, del Bambin Gesù, come mio vicario per quanto riguardava gli aspetti più propriamente
sanitari, economici e finanziari che erano il grosso e urgente problema da affrontare.
Da lì ha preso il via un lavoro molto intenso, fino a ieri – possiamo dire. Una équipe
dello stesso ospedale del Bambin Gesù, quindi già collaudata in quella materia, si
è adoperata innanzitutto per evitare il rischio più grosso, che era quello del fallimento
degli ospedali Idi e di San Carlo di Roma, e quindi si è potuto arrivare poi – trattando
sempre sia con le Istituzioni, sia con le parti sociali che hanno collaborato in queste
settimane – ad avere la possibilità di evitare il fallimento attraverso la nomina,
da parte del governo e del Ministero per lo sviluppo, di tre commissari straordinari
che sono stati nominati per risolvere il problema dell’insolvenza e per poter poi
uscire dalla situazione critica. Nel frattempo, la Regione Lazio – anche lì, con molto
spirito di solidarietà e di collaborazione per il bene comune – ha accettato di dare
l’ammortizzatore sociale, quindi di fare entrare in cassa integrazione gli esuberi
che rischiavano, nella situazione precedente, il licenziamento. E proprio ieri è stato
siglato questo accordo, per cui 200 dipendenti sono in cassa integrazione per quattro
mesi.
D. – Ricordiamo che questo accordo segue anche il saluto del Papa ai
lavoratori dell’Idi all’udienza generale di mercoledì scorso …
R. – Certo,
sì. Ovviamente, la sofferenza di queste persone, ma soprattutto di queste famiglie,
perché il lavoratore poi normalmente ha una famiglia, li aveva portati già con Papa
Benedetto e poi anche con Papa Francesco, a far presente anche in manifestazioni pubbliche
– sia all’Angelus sia alle udienze generali – la loro richiesta, che la Santa Sede
desse un aiuto. E, appunto, mercoledì scorso io ho portato un gruppo – oltre un centinaio
di persone – all’udienza: avevano un posto ben visibile davanti, il Papa anche pubblicamente
li ha salutati auspicando una rapida soluzione del difficile problema, e poi ho portato
circa una decina di questi dipendenti con i loro bambini, proprio per manifestare
l’aspetto familiare dei problemi, al saluto del Papa che ha assicurato, attraverso
l’opera del suo delegato e dei suoi collaboratori, una vicinanza efficace per poter
giungere a questa soluzione. Questo ha dato molto conforto ai dipendenti, perché a
parte la generale simpatia di cui gode il Papa, l’interessamento specifico li ha ancora
più rassicurati. Del resto, martedì prossimo andrò non a mani vuote ma con questi
risultati, sia all’Idi sia al San Carlo, proprio per riavviare tutta la macchina.
D.
– Ora si pensa al risanamento della struttura ospedaliera. Quali sono i suoi auspici
e le sue speranze?
R. – Noi abbiamo voluto, con la richiesta di commissariamento
che il governo ha accettato, mettere nelle mani di terzi, che sono appunto questi
tre commissari, i beni della Congregazione per poter risolvere la situazione, ovviamente,
innanzitutto pagare i creditori e poi avere la possibilità di tali finanziamenti,
con il riavvio della struttura, per potere di nuovo ripartire a beneficio non solo
dei dipendenti, ma soprattutto dei pazienti, secondo il carisma dei Figli dell’Immacolata
Concezione. Nel frattempo, attraverso mons. Iannone, è in atto anche all’interno della
vita religiosa stessa un rinnovamento e una purificazione perché purtroppo, come è
noto, ci sono state anche situazioni critiche su cui indaga anche la magistratura
con la quale noi vogliamo collaborare; affinché anche la vita religiosa possa far
diventare questa crisi occasione di purificazione e di rinnovamento secondo il carisma
originario del Beato Monti.
D. – C’è chi ha ipotizzato un’intenzione del Vaticano
di acquisire la struttura per creare addirittura un polo sanitario vaticano …
R.
– Sì: questa è non solo un’alterazione, ma un capovolgimento della realtà e un processo
malizioso alle intenzioni. In questo caso – perché ne sono testimone diretto – già
fin dalla mia nomina e proprio per non dar adito a questi sospetti che già circolavano
maliziosamente, è stato detto nel comunicato stampa che il Vaticano non voleva intervenire
per sostituirsi alla Congregazione o per potenziare la propria presenza nel campo
della sanità, ma solo per dare questo aiuto, questo segnale di vicinanza richiesto
sia dai dipendenti sia dalle parti sociali sia dalle Istituzioni. E quindi, quando
qualcuno fa queste affermazioni dovrebbe prima verificarne l’attendibilità e, soprattutto,
essere così onesto da non fare processi maliziosi alle intenzioni che sono state invece
in altro senso. Io ho visto che la maggioranza dei mezzi di comunicazione sta seguendo
realisticamente e fedelmente i fatti e qualcuno invece, forse – non so, non voglio
cadere anch’io nel vizio del processo alle intenzioni, quindi mi astengo dal dire
quali possano essere le motivazioni … Penso sia solo disinformazione, alla quale però
invito a rimediare attraverso una più aderente attenzione ai fatti.