2013-04-13 14:11:40

A Venezia la Beatificazione di don Luca Passi, il predicatore che conquistava i cuori


Oggi pomeriggio alle 15, nella cattedrale di San Marco a Venezia, la cerimonia di Beatificazione di don Luca Passi, il sacerdote bergamasco ricordato come predicatore eccellente ed evangelizzatore entusiasta dei giovani, che nel 1838 fondò l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea. A rappresentare il Santo Padre, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio è di Roberta Barbi:RealAudioMP3

“Chi non arde, non accende”. Questo usava dire don Luca alle consorelle che si occupavano dell’educazione cristiana delle giovani, che voleva conquistate dal “fuoco d’amor di Dio”. Quel fuoco in lui era divampato fin da piccolo, grazie all’educazione spirituale ricevuta in famiglia e ai lunghi anni dell’infanzia trascorsi nella villa di campagna di Calcinate, vicina al palazzo dello zio monsignore dove fu trasferito il seminario di Bergamo dopo la sua soppressione. Una figura splendente, quella del parente, tanto che tre degli undici fratelli Passi ne seguirono l’esempio scegliendo la vita sacerdotale. Don Luca, animato dall’urgenza di testimoniare ed evangelizzare, fece di più, e diventò uno dei grandi missionari apostolici del XIX secolo, insignito da Papa Gregorio XVI del titolo di “Missionario Apostolico”. Una dote, quella della predicazione, che ricorda anche il cardinale Amato al microfono di Roberto Piermarini:

“Oltre alla predicazione ordinaria fatta in parrocchia, egli si dedicò alla predicazione straordinaria, fatta in varie città su richiesta di vescovi e di parroci e comprendente quaresimali, mesi mariani, esercizi spirituali, novene, tridui, panegirici in onore dei Santi, quarant’ore. Al termine, poi, di ogni missione, era solito rilasciare i cosiddetti ricordi, introdotti spesso dalla parola di San Paolo: ‘La volontà di Dio è questa, che vi facciate Santi’”.

Questi ricordi erano per lo più elenchi dettagliati degli obblighi religiosi di ogni buon cristiano, in relazione alle proprie condizioni di vita, per aspirare alla santità. Come figura di riferimento, specialmente per le ragazze, don Passi scelse Santa Dorotea, la martire cristiana del III secolo che poco prima del patibolo riuscì a far tornare a Cristo due donne che sotto tortura lo avevano rinnegato e convertì il giovane pagano Teofilo, cui mandò dal paradiso un angelo recante rose e mele, per dimostrargli l’esistenza della vita eterna, oltre la morte. A spiegare il riferimento è il cardinale Amato:

“Il rimando a Santa Dorotea potrebbe ricordare che anche i giovani possono essere missionari di Cristo tra i loro compagni, così come fu Dorotea, questa ragazza cristiana dell’antica regione della Cappadocia, oggi in Turchia, che convertì, praticamente, queste due ragazze e questo giovane pagano”.

I giovani: la loro educazione e formazione cristiana, specialmente dei poveri, era un obiettivo fondamentale per don Luca, che già nel 1815 diede vita a due opere pie, quella di San Raffaele e quella di Santa Dorotea. La prima, per i maschi, si diffuse a Genova, ma ebbe breve vita a causa dei moti rivoluzionari del ’48; il ramo femminile, invece, ebbe più successo, tanto che in sostegno dell’opera il sacerdote fondò la congregazione di religiose, che stimolava al loro compito dicendo: “Bisogna dare la vita anche per la salvezza di una sola persona”. Ne ripercorre il sentiero il cardinale Amato:

“L’attività pastorale del nostro Beato ebbe il suo culmine nella fondazione, nel 1838, a Venezia, delle Suore Maestre di Santa Dorotea, una congregazione ancora oggi dinamicamente protesa nell’accompagnamento e nella guida dei giovani a Cristo”.







All the contents on this site are copyrighted ©.