Il Papa ai teologi: si interpreta la Bibbia non da soli ma nel solco della tradizione
“L’interpretazione delle Sacre Scritture non può essere solo uno sforzo scientifico
individuale ma deve essere sempre confrontata e autenticata dalla Tradizione vivente
della Chiesa”. Questa “norma decisiva per il corretto rapporto tra esegesi e Magistero”,
è stata al centro del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai membri della Pontificia
Commissione Biblica in chiusura della Plenaria che si è svolta sul tema: ”Ispirazione
e verità della Bibbia”. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Cosa sono le
Sacre Scritture, quale il valore della tradizione e quale il ruolo dell’esegeta. Papa
Francesco parlando ai membri della Pontifica Commissione Biblica si sofferma su temi
fondamentali, “non solo per il singolo credente”ma “per la Chiesa intera” la cui vita
e missione sono fondate sulla Parola di Dio, “anima della teologia e insieme ispiratrice
dell’esistenza cristiana” .
“Come sappiamo, le Sacre Scritture sono la testimonianza
in forma scritta della Parola divina, il memoriale canonico che attesta l'evento della
Rivelazione. La Parola di Dio, dunque, precede ed eccede la Bibbia”
Ed
è per questo motivo, spiega il Papa, che per comprendere la Scrittura è necessaria
la costante presenza dello Spirito Santo, e la guida del Magistero come accaduto nella
grande Tradizione e come sancito dal Concilio Vaticano II:
“Il Concilio
Vaticano II lo ha ribadito con grande chiarezza nella Costituzione dogmatica Dei Verbum:
«Tutto quanto concerne il modo di interpretare la Scrittura è sottoposto in ultima
istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di
conservare e interpretare la parola di Dio»”.
C’è dunque un’unità inscindibile,
prosegue il Pontefice citando ancora la Costituzione Conciliare, tra Sacra Scrittura
e Tradizione, strettamente congiunte e comunicanti perché scaturiscono dalla stessa
sorgente e tendono allo stesso fine. L’una e l’altra “ devono essere accettate e venerate
con pari pietà e riverenza”:
“Infatti, la Sacra Scrittura è Parola di Dio
in quanto è messa per iscritto sotto l'ispirazione dello Spirito Santo; invece la
sacra Tradizione trasmette integralmente la Parola di Dio, affidata da Cristo Signore
e dallo Spirito Santo agli Apostoli, ai loro successori, affinché questi, illuminati
dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano
e la diffondano. In questo modo la Chiesa attinge la sua certezza su tutte le cose
rivelate non dalla sola Sacra Scrittura”.
Ne consegue il ruolo che deve
avere l’esegeta dei testi biblici: insufficiente ogni “interpretazione soggettiva”,
sottolinea Papa Francesco, o un’analisi che non includa, quel senso globale creato
nei secoli dalla Tradizione dell’intero Popolo di Dio:
“L'interpretazione
delle Sacre Scritture non può essere soltanto uno sforzo scientifico individuale,
ma dev’essere sempre confrontata, inserita e autenticata dalla tradizione vivente
della Chiesa. Questa norma è decisiva per precisare il corretto e reciproco rapporto
tra l'esegesi e il Magistero della Chiesa”.
Congedandosi dall’Assemblea
che incoraggia nel suo prezioso lavoro, il Papa la affida alla Vergine Maria modello
di docilità e obbedienza alla Parola di Dio:
"Vi insegni ad accogliere pienamente
la ricchezza inesauribile della Sacra Scrittura non soltanto attraverso la ricerca
intellettuale, ma nella preghiera e in tutta la vostra vita di credenti, soprattutto
in quest’Anno della fede, affinché il vostro lavoro contribuisca a far risplendere
la luce della Sacra Scrittura nel cuore dei fedeli”.