Da oggi 36.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane
Da oggi al 18 aprile prossimi, direttori e operatori delle 220 Caritas diocesane e
di Caritas Italiana si riuniranno a Montesilvano, in provincia di Pescara, per il
36.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Gli obiettivi di questo appuntamento
nelle parole di mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, al microfono
di Amedeo Lomonaco:
R. – Gli obiettivi
del Convegno sono inseriti nelle finalità della Chiesa, pertanto già nel titolo di
questo 36.mo Convegno delle Caritas diocesane si ha già ciò che noi intendiamo perseguire:
educare alla fede, per essere testimoni di umanità. La fede che si rende operosa per
mezzo della carità.
D. – Il Convegno, dunque, avrà come riferimenti l’Anno
della Fede, gli orientamenti dati da Benedetto XVI, le prime indicazioni di Papa Francesco.
Seguendo queste indicazioni, come affrontare le sfide di oggi, accentuate dalla crisi?
R.
– Soprattutto, cercando di essere "raccoglitori" di tutto ciò che la Parola di Dio
ci dà attraverso la testimonianza effettiva e per le sfide di questi tempi, naturalmente,
attraverso la sapienza umana. Si devono leggere i segni dei tempi, non correndo il
rischio di doversi sostituire a nessuno, ma testimoniando con la nostra stessa presenza,
con l’incontro soprattutto con i poveri che richiedono da noi una parola, un contatto.
Si deve cercare di renderli sempre al centro dell’attenzione della comunità. Nella
misura in cui la comunità mette al centro la persona, riscopre se stessa e costruisce
se stessa.
D. – Quali sono oggi le criticità che gli operatori delle Caritas
riscontrano quando incontrano migranti, famiglie, persone che vivono solitudini, giovani
e persone che vivono nelle dipendenze?
R. – Un certo disorientamento, causato
dalla crisi in atto. Non si riesce ancora a capire come potranno rientrare quelle
soluzioni temporanee che erano state assunte come sostitutive di quelle che potevano
essere le metodologie in atto da parte dello Stato, degli enti locali. Si cerca di
rendere quanto più possibile partecipe tutta la comunità, per poter continuare a testimoniare
la carità, qualunque siano le circostanze che determinano le crisi. Davanti all’incalzare
delle nuove tecnologie, dei nuovi stili di vita, che possono essere contrari a quelli
proposti dal Vangelo, ci si trova a dover, non dico inventare, ma a dover riproporre
nell’oggi gli stili di vita evangelici. Naturalmente, le Caritas sono chiamate a essere
propositive, a essere parte viva e vitale in prima persona. Ecco perché noi vogliamo
costruire da quest’anno un Convegno che nasca appunto dalla vita delle Caritas diocesane:
perché lì si incontrano i poveri, lì s’incontrano i problemi e da lì deve ripartire
non tanto la soluzione dei problemi, quanto una metodologia nuova nell’incontrare
le persone e nel dare risposte all’interno della comunità.
D. – Una riproposta
in piena sintonia proprio con il magistero di Papa Francesco...
R. – E’ fuor
di dubbio. Papa Francesco in questo periodo ci sta dando tanto materiale, ci sta alimentando
l’entusiasmo nella ricerca di nuovi percorsi ma, soprattutto, ci sta dando quella
forza che nasce dalla sua stessa persona.