2013-04-12 17:17:57

Card. Scola agli Stati: garantire libertà religiosa e di obiezione di coscienza


RealAudioMP3 Una riflessione sul pluralismo della società, sulla libertà religiosa e sullo spazio di Dio nel mondo di oggi. E’ il filone dell’ultimo libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, dal titolo “Non dimentichiamoci di Dio. Libertà di fedi, di culture e politica”, edito da Rizzoli, che sarà presentato martedì prossimo alle 18.30 presso l’Auditorium di Milano. Ma lo Stato moderno davanti alla proposta religiosa deve essere indifferente o neutrale? "Deve essere aconfessionale, risponde l'arcivescovo di Milano a105 FM, cioè non deve assumere nessuna visione del mondo. L’aconfessionalità dello Stato non deve significare un distacco indifferente nei confronti delle visioni del mondo, ivi comprese le religioni, ma in una società plurale deve favorire un confronto serrato tra tutte le religioni e tutte le visioni del mondo. L’aconfessionalità mi sembra il termine più efficace riferito alla Stato, piuttosto dei termini indifferenza o neutralità perché dice che lo Stato non si assume una visione particolare, ma favorisce il confronto tra tutte, in vista dell’individuazione di quei temi comuni, materiali e spirituali, che permettono una vita buona associata". Quando si parla di temi come la nascita, il matrimonio, l’educazione, la morte, le società democratico-liberali, quindi gli Stati, sembrano non tener conto della proposta religiosa. "Questo perché, prosegue il cardinale Scola, manca questa preoccupazione di favorire ciò che all’interno della società civile è in atto. Ad esempio, nella società civile italiana, vediamo come su questi temi ci siano appunto soggetti personali e sociali che hanno un pensiero diverso e che si confrontano. Pensiamo a quello che è successo in Francia in questi ultimi mesi, ad esempio sulla questione dei matrimoni gay. Allora, lo Stato prima di legiferare deve ascoltare la società civile e, per ascoltarla, deve favorire in tutti i modi la libertà di un confronto reciproco tra le varie visioni, che sia teso a un riconoscimento per trovare la strada giusta. Poi, sarà compito dello Stato, nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti, legiferare secondo ciò che la maggioranza dei cittadini decide, lasciando poi a tutti ovviamente la libertà dell’obiezione di coscienza, qualora una legge vada contro la propria coscienza". (a cura di Luca Collodi)






















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