2013-04-12 14:01:59

Allarme per migliaia di profughi maliani in Mauritania


A causa delle elevate temperature che superano i 50 gradi e della mancanza di acqua, si stanno deteriorando le condizioni di vita dei 74.000 rifugiati maliani nel campo di Mbera, nella confinante Mauritania. A lanciare l’allarme - riferisce l'agenzia Misna - è l’organizzazione medico-sanitaria Medici Senza Frontiere (Msf) secondo cui “l’assistenza umanitaria è ormai insufficiente”. La diffusa insicurezza alimentare e la carenza di servizi essenziali stanno colpendo soprattutto i bambini: ogni giorno sono in tre a morire a Mbera, dove la maggior parte dei rifugiati sono membri dell’etnia tuareg e delle comunità arabe del nord del Mali fuggiti alle violenze cominciate nel gennaio 2012. Dopo la conquista dei capoluoghi settentrionali da parte dei gruppi armati tuareg ed islamici a partire da gennaio 2012, è incrementato il flusso di rifugiati verso la Mauritania ma anche verso i confinanti Niger e Burkina Faso, stimati in tutto a 170.000 persone. La fuga delle popolazioni tuareg ed arabe è, però, continuata anche dopo l’inizio dell’offensiva militare franco-maliana che più di due mesi fa ha consentito a Bamako di riprendere il controllo del vasto territorio desertico del nord. Un altro appello è giunto dallo stesso Mali dove ci sono almeno 270.00 sfollati interni. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) valuta come “molto inquietanti” le loro condizioni di vita ed “importanti” le loro necessità. Servono altri 33 milioni di euro per riuscire a rispondere ai bisogni umanitari delle popolazioni sfollate. Intanto sul terreno proseguono le operazioni militari delle truppe maliane, francesi ed africane nel capoluogo di Gao e nelle montagne degli Ifoghas, sospetti covi di jihadisti di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Per la prima volta è arrivato a Timbuctù, la città sacra del nord, un battaglione del Burkina Faso, parte dei contingenti dispiegati da diversi paesi dell’Africa occidentale nell’ambito della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma). Dalla capitale, l’organizzazione Human Rights Watch ha denunciato la morte in carcere di due prigionieri tuareg a causa di “cattive condizioni di detenzione” successive alle torture subite. I due allevatori di bestiame sono stati arrestati il 15 febbraio a Léré, non lontano da Timbuctù; ad inizio marzo sono stati trasferiti al campo principale della gendarmeria di Bamako. Secondo i dati a disposizione del Cicr, dall’inizio dell’offensiva militare sono circa 300 i prigionieri di guerra catturati in Mali. Le autorità maliane hanno precisato che tra questi ci sono una quarantina di stranieri, di cui due nigeriani presunti membri di Boko Haram ma anche due algerini, un mauritano e un burkinabé. (R.P.)







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