Papa Francesco alla Papal Foundation: il 50.mo della "Pacem in terris" ci esorta all'impegno
per la pace ad ogni livello
“Il 50° anniversario dell’Enciclica Pacem in terris, del Beato Giovanni XXIII
- che ricorre proprio oggi – sia di stimolo ad impegnarsi sempre nel promuovere la
riconciliazione e la pace”. E’ l’auspicio di Papa Francesco, che ieri mattina ha ricevuto
circa 120 membri della "Papal Foundation" nella Sala Clementina, in Vaticano. Ad accompagnarli
il presidente dell’associazione caritativa statunitense, fondata nel 1988, il cardinale
Donald Wuerl, arcivescovo di Washington. Il servizio di Debora Donnini:
Nei venticinque
anni trascorsi dalla creazione della Fondazione “avete aiutato il Successore di Pietro
sostenendo molte opere di apostolato e di carità particolarmente vicine al suo cuore”.
Papa Francesco si dice “molto grato” per quanto è stato fatto dalla "Papal Foundation"
ricordando come la Fondazione abbia contribuito in modo significativo “alla crescita
di molte chiese particolari nei Paesi in via di sviluppo sostenendo, tra le altre
cose, la formazione permanente del clero e dei religiosi”, “offrendo assistenza medica”
ai poveri e “creando l’opportunità di formazione e di lavoro”. “Il cinquantesimo anniversario
dell’Enciclica Pacem in terris, del Beato Giovanni XXIII - che ricorre proprio
oggi – sia di stimolo ad impegnarsi sempre nel promuovere la riconciliazione e la
pace ad ogni livello”, auspica rilevando che gli sforzi compiuti dalla Fondazione
“stanno aiutando a combattere molte forme di povertà materiale e spirituale”, contribuendo
alla crescita della fraternità e della pace.
“Durante questo Tempo pasquale,
nel quale la Chiesa ci invita a rendere grazie per la misericordia di Dio e per la
nuova vita che abbiamo ricevuto dal Cristo risorto - afferma ancora - prego affinché
possiate sperimentare la gioia che nasce dalla gratitudine per i molti doni del Signore
e possiate servirlo negli ultimi dei suoi fratelli e sorelle”, sottolineando che l’opera
della "Papal Foundation" è soprattutto “una solidarietà spirituale con il successore
di Pietro” e chiedendo, quindi, di continuare a pregare per il suo ministero, per
i bisogni della Chiesa, e “particolarmente perché le menti e i cuori si convertano
alla bellezza, alla bontà e alla verità del Vangelo”.