2013-04-11 20:14:02

Le terapie vanno prima sperimentate: il prof. Spagnolo risponde al decreto Balduzzi


Fa discutere il via libera del Senato al decreto Balduzzi sulle staminali, che ora passa all’esame della Camera. Con il sì di Palazzo Madama al provvedimento, si prevede ora che chi abbia iniziato le cure con il metodo stamina, quindi a base di cellule staminali mesenchimali, possa continuarle, allo stesso tempo si apre alla sperimentazione clinica per i prossimi 18 mesi presso strutture pubbliche. Al microfono di Fabio Colagrande, il professor Antonio Spagnolo, direttore dell’Istituto di bioetica della Cattolica di Roma, che oggi ha partecipato alla seconda conferenza sul tema “Medicina rigenerativa: cambiamento fondamentale nella scienza e nella cultura”, promossa dal Pontificio consiglio della Cultura:RealAudioMP3

R. – Fare la sperimentazione è la cosa che dovrebbe essere fatta, cioè prima di proporla come una terapia deve essere sperimentata. E’ un po’ strano che si faccia contemporaneamente la somministrazione delle cellule staminali e la sperimentazione. L’iter procedurale corretto prevede che prima di parlare di terapia, prima di parlare di cura, si metta in evidenza questo e in realtà ancora non è stato messo in evidenza. Bene si è fatto con l’idea di procedere alla sperimentazione, però la sperimentazione ha anche presupposti regolatori e tecnici molto importanti: bisogna essere sicuri che, anche se si tratta di sperimentazione o di uso compassionevole, quelle cellule siano prodotte in un ambiente che sia qualificato, che sia certificato e che non produca ulteriori danni. Purtroppo, c’è anche l’aspetto emotivo delle famiglie o dell’opinione pubblica che sente la parola “cura” ma, in realtà, noi possiamo parlare di cura quando l’abbiamo sperimentata e non prima. Quindi, è necessario prima sperimentare in modo corretto, con tutte le regole etiche, regolatorie, e poi procedere con la estensione su più larga scala dei risultati che, eventualmente positivi, si potranno ottenere dopo la sperimentazione.

D. – Quindi, le staminali adulte sono una grande speranza, una grande realtà, ma serve sempre cautela e serve sempre una sperimentazione, in questo come in altri campi?

R. – Certo, sì. Il passaggio all’uomo è molto importante. Il ricercatore deve tener conto del fatto che una cosa è quello che si verifica in laboratorio … anzi, sarebbe auspicabile preparata anche per l’animale prima di passare sull’uomo, in modo che si sia sicuri che non ci siano danni. Poi, il passaggio sull’uomo deve prevedere il consenso informato, in qualche modo la consapevolezza della sperimentazione alla quale ci sta sottoponendo e, così via, tutte le regole normali che la codifica internazionale ormai da tempo va dichiarando – la dichiarazione di Helsinki e così via –le regole in questo campo sono ben chiare, si tratta di applicarle, di non dare luogo a preparazioni segrete che in medicina sono assolutamente scorrette. Bisogna che tutto sia chiaro e trasparente e che tutti possano riprodurre quello che altri hanno fatto.







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