Terra Santa: mons. Shomali fiducioso per la pace dopo la visita di John Kerry
“John Kerry conosce la necessità della pace in Terra Santa per l’equilibrio della
regione. Non so quando, ma nutro la speranza che la pace arriverà. La preghiera dei
cristiani e dei non cristiani tende a questo obiettivo”. La visita di tre giorni in
Israele e Palestina del segretario di Stato Usa, John Kerry, viene letta così da mons.
William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme e vicario patriarcale per la Palestina.
La visita è arrivata dopo nuove tensioni nei Territori palestinesi seguite alla morte
in un carcere israeliano di un detenuto palestinese. Tuttavia mons. Shomali allontana
il rischio di una Terza Intifada che “distruggerebbe ogni possibilità di pace”. Tra
le condizioni poste dai palestinesi per la ripresa dei negoziati c’è quella del congelamento
degli insediamenti e delle colonie israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme Est. Se
Kerry riuscisse a ottenerlo, afferma il vicario, “sarebbe un incoraggiamento per la
ripresa dei colloqui”. Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare da una lettera firmata
da 100 ebrei americani che invitano Netanyahu a impegnarsi per la pace lavorando a
fianco del segretario di Stato Usa e facendo sacrifici territoriali anche dolorosi
per la pace. La speranza è che anche i palestinesi facciano altrettanto. “Questa lettera
- conclude mons. Shomali - avrà il suo peso e saprà aiutare Kerry nella sua missione”.
(R.P.) Ultimo aggiornamento: 11 aprile