Papa Francesco: è l'amore di Dio che salva, non i soldi, il potere o la vanità
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in
Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna”: su questa affermazione di Gesù contenuta
nel Vangelo proposto dalla liturgia del giorno, il Papa ha svolto la sua breve omelia
durante la Messa presieduta nella Cappellina della Casa Santa Marta. Con lui hanno
concelebrato il cardinale Angelo Sodano e il cardinale Angelo Comastri, alla presenza
di alcuni dipendenti della Fabbrica di San Pietro e del ministro italiano dell’Interno
Anna Maria Cancellieri accompagnata dai familiari. Il servizio di Sergio Centofanti:
“Il Signore
– ha detto il Papa - ci salva con il Suo amore: non ci salva con una lettera, con
un decreto, ma ci ha salvato con il suo amore”. Un amore così grande che lo spinge
ad inviare suo Figlio che “si è fatto uno di noi, ha camminato con noi … e questo
ci salva”. Ma – si chiede il Papa – “cosa significa, questa salvezza? Che significa
essere salvati?”. Significa – spiega - riavere dal Signore “la dignità che abbiamo
perduto”, la dignità di essere figli di Dio. Significa riavere la speranza.
Questa
dignità cresce “fino all’incontro definitivo con Lui. Questa è la strada della salvezza,
e questo è bello: lo fa l’amore soltanto. Siamo degni, siamo donne e uomini di speranza.
Questo significa essere salvati dall’amore”. Ma il problema – ha sottolineato - è
che a volte vogliamo salvarci da soli “e crediamo di farcela”, basando per esempio
le nostre sicurezze sui soldi e pensiamo: “sono sicuro ho dei soldi, tutto … non c’è
problema … Ho dignità: la dignità di una persona ricca”. Ma questo – ha affermato
– “non basta. Pensiamo a quella parabola del Vangelo, di quell’uomo che aveva il granaio
tutto pieno e disse: ‘Ne farò un altro per avere di più e poi dormirò tranquillo’.
E il Signore gli dice: ‘Sciocco! Questa sera morirai’. Quella salvezza non va, è una
salvezza provvisoria, è anche una salvezza apparente!”.
Altre volte – ha proseguito
– “pensiamo di salvarci con la vanità, con l’orgoglio, no?, crederci potenti … Anche
quello non va. Mascheriamo la nostra povertà, i nostri peccati con la vanità, l’orgoglio
… Anche quello finisce”. Ma “la vera salvezza” – ha ribadito - sta nella dignità
che Dio ci ridona, nella speranza che Cristo ci ha dato nella Pasqua. “Facciamo oggi
un atto di fede – è stato il suo invito – ‘Signore, io credo. Credo nel Tuo amore.
Credo che il Tuo amore mi ha salvato. Credo che il Tuo amore mi ha dato quella dignità
che non avevo. Credo che il Tuo amore mi dà la speranza”. E “soltanto l’amore di Dio”
può dare la vera dignità e la vera speranza. “E’ bello credere nell’amore – ha concluso
il Papa - questa è la verità. E’ la verità della nostra vita. Facciamo questa preghiera:
'Signore, credo nel Tuo amore. E apriamo il cuore perché questo amore venga, ci riempia
e ci spinga ad amare gli altri'. Così sia”.