2013-04-10 11:27:23

Papa Francesco: è l'amore di Dio che salva, non i soldi, il potere o la vanità


“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna”: su questa affermazione di Gesù contenuta nel Vangelo proposto dalla liturgia del giorno, il Papa ha svolto la sua breve omelia durante la Messa presieduta nella Cappellina della Casa Santa Marta. Con lui hanno concelebrato il cardinale Angelo Sodano e il cardinale Angelo Comastri, alla presenza di alcuni dipendenti della Fabbrica di San Pietro e del ministro italiano dell’Interno Anna Maria Cancellieri accompagnata dai familiari. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

“Il Signore – ha detto il Papa - ci salva con il Suo amore: non ci salva con una lettera, con un decreto, ma ci ha salvato con il suo amore”. Un amore così grande che lo spinge ad inviare suo Figlio che “si è fatto uno di noi, ha camminato con noi … e questo ci salva”. Ma – si chiede il Papa – “cosa significa, questa salvezza? Che significa essere salvati?”. Significa – spiega - riavere dal Signore “la dignità che abbiamo perduto”, la dignità di essere figli di Dio. Significa riavere la speranza.

Questa dignità cresce “fino all’incontro definitivo con Lui. Questa è la strada della salvezza, e questo è bello: lo fa l’amore soltanto. Siamo degni, siamo donne e uomini di speranza. Questo significa essere salvati dall’amore”. Ma il problema – ha sottolineato - è che a volte vogliamo salvarci da soli “e crediamo di farcela”, basando per esempio le nostre sicurezze sui soldi e pensiamo: “sono sicuro ho dei soldi, tutto … non c’è problema … Ho dignità: la dignità di una persona ricca”. Ma questo – ha affermato – “non basta. Pensiamo a quella parabola del Vangelo, di quell’uomo che aveva il granaio tutto pieno e disse: ‘Ne farò un altro per avere di più e poi dormirò tranquillo’. E il Signore gli dice: ‘Sciocco! Questa sera morirai’. Quella salvezza non va, è una salvezza provvisoria, è anche una salvezza apparente!”.

Altre volte – ha proseguito – “pensiamo di salvarci con la vanità, con l’orgoglio, no?, crederci potenti … Anche quello non va. Mascheriamo la nostra povertà, i nostri peccati con la vanità, l’orgoglio … Anche quello finisce”. Ma “la vera salvezza” – ha ribadito - sta nella dignità che Dio ci ridona, nella speranza che Cristo ci ha dato nella Pasqua. “Facciamo oggi un atto di fede – è stato il suo invito – ‘Signore, io credo. Credo nel Tuo amore. Credo che il Tuo amore mi ha salvato. Credo che il Tuo amore mi ha dato quella dignità che non avevo. Credo che il Tuo amore mi dà la speranza”. E “soltanto l’amore di Dio” può dare la vera dignità e la vera speranza. “E’ bello credere nell’amore – ha concluso il Papa - questa è la verità. E’ la verità della nostra vita. Facciamo questa preghiera: 'Signore, credo nel Tuo amore. E apriamo il cuore perché questo amore venga, ci riempia e ci spinga ad amare gli altri'. Così sia”.









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