2013-04-10 15:41:48

Onu. Obiettivi Millennio: mille giorni per centrarli in uno scenario globale mutato


Mancano mille giorni per raggiungere gli Obiettivi del Millennio, fissati dalle Nazioni Unite nel 2000 per liberare l’umanità dalla povertà estrema, garantire il diritto al cibo per tutti e migliorare la qualità della vita sull’intero pianeta. Ed è stato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, a ricordare ai nostri microfoni questo importante scadenza, a margine dell’incontro di martedì con Papa Francesco. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Gli Obiettivi sono otto: eliminare la povertà estrema e la fame, garantire l’istruzione elementare per tutti, eliminare le disparità uomo-donna, ridurre di due terzi la mortalità infantile e di tre quarti quella materna, fermare la diffusione di Hiv e malaria, dimezzare il numero di quanti non hanno accesso all’acqua potabile, sviluppare un sistema finanziario e commerciale davvero equo. Forse obiettivi troppo ambiziosi, alcuni perfino impossibili - si è detto - da raggiungere. Ma qual è il bilancio complessivo del cammino fin qui fatto? Lo chiediamo alla dott.ssa Mariam Ahmed, dirigente Fao, responsabile dei rapporti con le Nazioni Unite:

R. – La crisi economica e finanziaria ha colpito duramente i Paesi donatori. Inoltre, ulteriori disagi verificatisi in seno ad alcuni Paesi del Sud del mondo – conflitti interni, crisi politiche ma anche problemi climatici come la siccità nel Corno d’Africa, inondazioni, calamità naturali – hanno reso ulteriormente difficile il raggiungimento degli Obiettivi. La settimana scorsa, i capi delle organizzazioni delle Nazioni Unite si sono incontrati a Madrid per prendere visione dello stato degli Obiettivi del Millennio in alcuni Paesi e identificare delle azioni concrete per accelerare il raggiungimento di alcuni di questi obiettivi, che comunque resta una responsabilità collettiva.

D. – Quali, tra gli otto Obiettivi, si potranno raggiungere e quali certamente no?

R. – La Fao lavora in particolar modo per il raggiungimento del primo Obiettivo del Millennio. Il traguardo di dimezzare la povertà estrema tra il 1990 e il 2015 – la data prevista – è stato raggiunto cinque anni prima della scadenza a livello globale. Purtroppo, però, abbiamo ancora 850 milioni di persone che soffrono la fame al mondo, cioè circa il 15% della popolazione totale. Il raggiungimento del primo Obiettivo è un pre-requisito fondamentale per raggiungere tutti gli altri. Infatti, se la gente è ben nutrita può studiare, lavorare e fare tutte le altre cose.

D. – Ritiene che gli Stati si siano impegnati abbastanza fin qui, o abbiano firmato e dimenticato gli impegni presi in sede Onu?

R. – Bisogna tener presente che la crisi economica e finanziaria, iniziata alla fine del 2008, ancora colpisce duramente i Paesi donatori e pertanto ha avuto un riscontro negativo sui livelli di assistenza e cooperazione allo sviluppo, che sono scesi in gran parte. C’è stato poi anche il legame con le priorità di sviluppo nazionali. Va detto che questi Obiettivi del Millennio sono stati formulati in un contesto globale che è molto cambiato dal 2000: prima, vi era un dialogo tra governi, vi era un contratto firmato da governi nella sede dell’Onu, adesso, tutto il contesto è stato rivisitato anche dalle Nazioni Unite. Noi adesso lo vediamo non come un contratto tra i Paesi dell’Onu, ma come un impegno assolutamente globale, una responsabilità collettiva in cui sono coinvolti tutti gli attori-partner dello sviluppo. Stiamo parlando di società civile, del settore privato, delle istituzioni di ricerca accademica, del cittadino stesso… Per questo, ormai, si è capito chiaramente che questi obiettivi non potranno mai essere raggiunti se rimarranno soltanto una responsabilità dei governi.

Ultimo aggiornamento: 11 aprile







All the contents on this site are copyrighted ©.