Violenze anticristiane in Egitto. Il vescovo di Giza: manca Stato di diritto, si rischia
conflitto civile
Domenica al Cairo, ai funerali nella cattedrale di San Marco delle vittime cristiane
degli scontri dei giorni scorsi, un altro cristiano due morti e almeno 90 persone
sono rimaste ferite, per l'attacco del corteo funebre da parte di gruppi non identificati.
Il 5 aprile scorso a Khosous, nella periferia del Cairo, alcuni edifici della comunità
cristiana sono stati incendiati da musulmani che consideravano i cristiani responsabili
di scritte offensive. Quattro cristiani sono stati uccisi insieme a un musulmano.
Il presidente Morsi ha telefonato al patriarca copto Tawadros II per esprimere la
sua solidarietà. Da parte sua, il patriarca copto ha parlato di “episodio grave e
senza precedenti” davanti al quale però ha raccomandato di “mantenere la calma anche
per preservare la sicurezza del Paese e l'unità nazionale. Il partito dei Fratelli
Musulmani ha chiesto a tutti di "rifiutare e condannare la violenza". Fausta Speranza
ha parlato del livello di preoccupazione con il vescovo della diocesi egiziana di
Giza, mons.Antonios Aziz Mina:
R. - Non solo
i cristiani e musulmani, ma è tutto il Paese ad essere scontento. Tutti gli egiziani
sono preoccupati. Nessuno esce da casa tranquillo, vive a proprio agio come prima,
o si sente un cittadino con pieni diritti all’interno di un Paese che lo protegge!
D.
- Quindi c’è grande scontento…
R. - Certo! Ma non credo che nessuno voglia
trovare una soluzione a questa situazione. Noi cristiani abbiamo uno strumento: la
preghiera, che sicuramente ci aiuterà! Stiamo pregando. Ma ci sono i politici che
devono prendere una via pacifica per risolvere i problemi, ci sono gli intellettuali
che possono parlare e dare informazioni alla gente per poter trovare una via. D.
- C’è mancanza di sicurezza?
R. - Manca tutto! E soprattutto manca lo Stato
di diritto! Quello di ieri non è stato l’ultimo episodio. Se dal primo episodio accaduto
dopo la rivoluzione, quando hanno bruciato una Chiesa, il governo avesse reagito incoraggiando
un’inchiesta per prendere i colpevoli e far capire loro che il gesto compiuto era
grave, forse avremmo potuto contenere tutti questi episodi. Non si lascia la gente
fare quello che le piace fare, altrimenti diventa una giungla! Non è più vita!
D.
- La religione è strumentalizzata, è soltanto un pretesto di violenza o dietro c’è
un disegno?
R. – E’ strumentalizzata, ma questo non era chiaro soprattutto
ai musulmani moderati. Per noi era chiaro dall’inizio. I moderati adesso, almeno,
hanno capito che questi facinorosi parlano nel nome della religione ma non si interessano
della religione! Esorto soprattutto il presidente e il governo a capire la situazione,
a vedere e ad ascoltare la gente, cosa che non fanno più.
D. - Se questi ultimi
episodi sono avvenuti alla periferia del Cairo e ieri i funerali sono stati celebrati
nella Cattedrale del Cairo, cosa può succedere in luoghi anche meno sicuri del Paese?
R.
- Può succedere di tutto! Se in un Paese manca l’ordine e il diritto, tutto può accadere,
perché nessuno viene richiamato all’ordine e alla responsabilità!