Con l’impegno a garantire 500 milioni di dollari in sei anni, il Qatar si è proposto
come principale Paese donatore durante una conferenza in corso a Doha dedicata alla
messa a punto di una strategia per la ripresa e lo sviluppo della regione sudanese
del Darfur. Secondo Qna, l’agenzia di stampa del Qatar, gli stanziamenti sono stati
annunciati dal ministro Ahmad Ben Abdallah al Mahmoud di fronte a circa 400 delegati
di governi, dirigenti di organizzazioni non governative e rappresentanti di organismi
internazionali. Nel suo intervento al Mahmoud ha ribadito la promessa, formulata una
prima volta nel 2010, di creare un Banca per lo sviluppo del Darfur che abbia una
dotazione di un miliardo di dollari. L’obiettivo della conferenza è raccogliere donazioni
per oltre 7 miliardi di dollari, la somma giudicata necessaria per avviare nei prossimi
sei anni lo sviluppo di una regione dal 2003 ciclicamente ostaggio di conflitti armati
ed emergenze umanitarie. Nel primo dei due giorni di lavori, domenica, la Gran Bretagna
si è impegnata a stanziare quasi 40 milioni di euro nei prossimi tre anni in progetti
di formazione professionale e programmi agricoli. Che l’incontro sia stato organizzato
in Qatar non è un caso. Lo Stato petrolifero del Golfo Persico è protagonista di un
negoziato che, nel 2011, ha permesso la firma di un accordo di pace tra il governo
del Sudan e alcuni gruppi ribelli del Darfur. Un’intesa, questa, dalla quale rimangono
però fuori le formazioni armate più influenti. Lo confermano gli inviti a boicottare
la conferenza rivolti in questi giorni da un portavoce del Movimento per la giustizia
e l’uguaglianza (Jem), il gruppo ribelle più importante. E lo conferma un allarme
lanciato nel fine-settimana da Unamid, la missione di peacekeeping dell’Onu e dell’Unione
Africana. Nel sud del Darfur, si legge in una nota, migliaia di civili stanno cercando
riparo presso due basi dei peacekeeper dopo che i ribelli dell’Esercito di liberazione
del Sudan guidati da Minni Minnawi hanno “attaccato e conquistato” le città di Muhagiriya
e Labado. (R.P.)