Italia: un milione di licenziamenti nel 2012. Governo ancora lontano
Mentre la formazione di un nuovo esecutivo ancora latita, sul campo si infiamma il
dibattito fra i partiti. La Lega ribadisce la sua unità nonostante le tensioni fra
i suoi militanti. Si fanno sentire le spaccature anche nel Pd alle prese con le primarie
per il candidato sindaco di Roma vinte da Ignazio Marino, mentre da Grillo arriva
un nuovo affondo contro le banche e paventa un "caso Grecia" anche per l'Italia. Il
servizio di Paola Simonetti.
Il sogno della
Padania per la Lega resta un progetto realizzabile nell'unità del partito che è tutt'altro
che giunto al capolinea. Lo ha ribadito oggi Maroni dal raduno di Pontida, attraversato
da tensioni fra i militanti maroniani e bossiani, spaccati da dopo l'inchiesta che
ha travolto il partito un anno fa. "Non ho fatto la Lega per romperla", ha aggiunto
Bossi, sottolineando però che non la pensa "come Maroni quando dice che non dobbiamo
occuparci di Roma: la battaglia è su tutti i fronti, anche a Roma". E proprio nella
Capitale oggi a tenere banco ci sono le primarie del Pd per la scelta del candidato
sindaco, in un clima incandescente dove i sei aspiranti primi cittadini si fanno la
guerra per i più svariati motivi, tanto da far rischiare la spaccatura interna al
partito. Sullo sfondo i dati del ministero del Walfare che danno la fotografia di
un Paese che arranca: nel 2012 i licenziamenti hanno superato quota un milione. Intanto,
proprio nell'ambito dello stato socio-economico dell'Italia, da Grillo arriva un nuovo
affondo contro le banche sulla loro lotta al contante e paventa un declino del Paese
simile a quello greco. Da domani, intanto si aspetta un sospiro di sollievo per imprese
e banche con la pubblicazione del decreto che sblocca il pagamento di 40 miliardi
di debiti della pubblica amministrazione.