Il card. Vallini: Francesco è nel cuore della città
“Vescovo di Roma”, un titolo con il quale Papa Francesco ha tenuto subito a presentarsi
alla città e al mondo, fin dal giorno della sua elezione. Fabio Colagrande ne
ha domandato il motivo al cardinale vicario Agostino Vallini:
R. – Il motivo
è teologico, direi, perché il Papa è Papa in quanto è vescovo di Roma. Quindi, lui
ha voluto sottolineare che la fonte del suo essere Papa per il mondo intero, sta proprio
nel fatto che era stato appena eletto vescovo di Roma e, in quanto tale, Pontefice
della Chiesa universale. E’ per questo che viene a prendere possesso della Cattedra
che è qui, nella Chiesa cattedraledi San Giovanni in Laterano.
D. – In questo
senso, che significato assume questa solenne liturgia di insediamento?
R. –
Il significato della presa di possesso ufficiale della sua sede vescovile, che è appunto
la Chiesa di Roma e in forza della quale è poi pastore della Chiesa universale. Nella
pratica, si sa che il Papa poi si avvale di collaboratori nel governo di una grande
diocesi come Roma, ma certo è anche altrettanto vero che nulla a Roma – per quanto
riguarda linee pastorali, attività fondamentali della diocesi – viene fatto senza
che il Papa ne sia informato e senza che il Papa le approvi.
D. – Quali implicazioni
pratiche potrà avere questa particolare insistenza di Francesco sul suo mandato episcopale,
come vescovo di Roma?
R. – Per quello che posso interpretare, dice la sua sensibilità
nell’essere veramente il pastore di una Chiesa attraverso le forme concrete che lui
stesso intende dare. Posso dirle che ha mostrato grande attenzione alla vita delle
parrocchie: ne visiterà una nel mese di maggio e poi alla ripresa, dopo l’estate.
Il Papa aprirà il Convegno diocesano nel mese di giugno, incontrerà tutti i sacerdoti
di Roma nel mese di settembre, all’inizio dell’anno pastorale, e questo dice la sua
premura di essere vicino a questa nostra Chiesa, di far sentire la sua guida. Peraltro,
è noto che egli, come arcivescovo di Buenos Aires, fosse molto presente e quindi nelle
forme compatibili con il ministero petrino noi certamente saremo felici di essere
insieme con lui nella vita della diocesi.
D. – In che modo, il popolo di Dio
di Roma può accompagnare il suo vescovo in questo cammino appena intrapreso?
R.
– Roma vuole bene al Papa. Visitando delle parrocchie ho sentito da tutti, in queste
prime settimane di Pontificato, il grande affetto, la grande sintonia che hanno per
e con il Papa. Molti mi hanno chiesto di farlo venire nelle parrocchie. Ho chiesto:
“Ma che cosa vi muove in questo sentimento?”. E alcuni mi hanno risposto: “Non lo
sappiamo: ci è entrato nel cuore”. Il Santo Padre l’ha saputo e ha detto: “Non sono
io, è il Signore che entra nel cuore servendosi anche di me”. Quindi, vede, c’è una
perfetta sintonia tra il popolo che guarda il suo vescovo con grande ammirazione ed
affetto e il vescovo che sente già di portare nel cuore il suo popolo.