2013-04-06 14:58:19

Uruguay: marcia di protesta contro la legge su unioni gay


Con l’approvazione in Senato del progetto di legge in favore del cosiddetto “matrimonio egalitario”, l’Uruguay è a un passo dal diventare il secondo Paese sudamericano a legalizzare l'unione tra persone dello stesso sesso, dopo l’Argentina. I movimenti contrari alla riforma, riuniti nel “Tavolo nazionale in Difesa e Promozione della Famiglia” hanno convocato per lunedì 8 aprile una grande manifestazione, nella centrale Piazza Matriz di Montevideo, per protestare contro un “lampante colpo che lo Stato pretende di fare ai danni dell’istituzione matrimoniale, e dei più deboli, cioè i bambini”. Il coordinamento afferma che consentire alle coppie dello stesso sesso di adottare minori, a volte a condizioni agevolate rispetto a quanto previsto per le coppie tradizionali, è parte del progressivo degrado di una cultura che non rispetta il diritto alla vita, che ha legalizzato l’aborto, che non riconosce il valore dell’educazione ai figli impartita dai genitori e che si mostra indifferente davanti alle difficoltà delle famiglie povere e numerose. Fin dalla presentazione del progetto legge in Parlamento, la Chiesa si è detta contraria: “Un duro colpo per il matrimonio e la famiglia”, aveva detto mons. Pablo Galimberti, vescovo di Salto, che, a nome dell’episcopato locale, proponeva una riflessione sul significato e sulle conseguenze della legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. “Nel voler chiamare matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso, invece di usare altre parole, si avverte la subdola volontà di abbattere una struttura radicata nelle nostre società”, scriveva il presule. La legge è stata approvata con 23 voti a favore e 8 contrari e ora passerà all’esame dei deputati. Secondo il nuovo testo, con l’espressione “matrimonio egalitario” si definisce il matrimonio “un’unione permanente tra due persone di uguale o diverso sesso” e si eliminano dagli articoli le parole “uomo” e “donna”, per sostituirle con “coniugi”. Un’altra novità è costituita dalla norma che autorizza i genitori a scegliere liberamente l’ordine dei cognomi dei figli: in America Latina, infatti, come in Spagna, si usa il doppio cognome, quello paterno seguito da quello materno. (A.T.)







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