Il 6 aprile di 19 anni fa iniziava il genocidio del Rwanda
Il 6 aprile del 1994 iniziavano i drammatici 100 giorni del genocidio del Rwanda.
Nel Paese dell’Africa orientale africano vennero massacrate sistematicamente (a colpi
di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati) non meno di 800.000 persone. Qualcuno
parla di un milione di vittime. E’ stato uno dei più sanguinosi episodi della storia
del XX secolo. Il genocidio viene considerato concluso alla fine della missione umanitaria
voluta e intrapresa dai francesi, sotto autorizzazione Onu. Le vittime furono prevalentemente
Tutsi. Francesca Sabatinelli ha intervistato George Gatera, originario
di Butare, fuggito dopo lo sterminio della sua famiglia:
R. – Ero in
Rwanda nel mese di aprile e ho vissuto tutto quello che è successo. Sono cresciuto
in quella atmosfera per cui le persone erano classificate secondo le etnie. La parte
dei Tutsi era considerata di seconda categoria… In Rwanda c’erano gli Hutu che erano
la maggioranza, 80-85 per cento, e i Tutsi che erano laa minoranza, 14 per cento.
La vita sociale era basata su queste cifre. Si viveva in questo modo e questo valeva
per i posti a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, finché nel ’94 il governo
ha deciso di eliminare socialmente la parte dei Tutsi nel Paese.
D. – Che cosa
le successe?
R. – C’era un odio tale contro i Tutsi che la mattina stessa del
7 aprile non si poteva circolare, non si poteva uscire di casa, non si poteva fare
qualsiasi cosa... Con l’andare del tempo è scoppiata una caccia alle persone e venivano
uccisi dal più anziano al più piccolo, bruciavano tutto… In quel periodo quasi tutte
le persone che conoscevo e con cui ho vissuto sono state uccise.