“Rinnovarsi continuamente”. P. Spadaro presenta la nuova “Civiltà Cattolica”,
sempre più digitale
“Civiltà Cattolica è una tradizione che vive di futuro”: è quanto affermato dal direttore
della rivista dei gesuiti, padre Antonio Spadaro. L’occasione è stata la presentazione
in Sala Stampa Vaticana del primo numero della nuova versione cartacea e digitale
del quindicinale, fondato il 6 aprile del 1850 e che si distingue per uno speciale
rapporto di interazione con la Segreteria di Stato. All’evento, assieme a padre Spadaro,
sono intervenuti mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le Comunicazioni
Sociali, e mons. Antoine Camilleri, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati.
La conferenza è stata moderata dal direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi,
che ha anche ricordato i suoi anni di servizio alla Civiltà Cattolica. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Un rinnovamento
che tocca il cuore e non solo la faccia di “Civiltà Cattolica”, cercando sempre, come
insegnato da Sant’Ignazio di Loyola, di “trovare Dio in tutte le cose”. La presentazione
in Sala Stampa vaticana delle novità della rivista dei gesuiti ha avuto una dimensione
quasi familiare. Tutti i relatori, infatti, hanno avuto o hanno un rapporto diretto
con il quindicinale. Mons. Claudio Maria Celli, oggi a capo del dicastero delle Comunicazioni
sociali, ha ricordato gli anni in cui era in Segreteria di Stato e aveva dunque un
rapporto diretto e costante con il direttore di allora, padre Salvini, presente in
Sala. Il rapporto, ha detto, è sempre di “interazione costruttiva”. Del resto, come
ha osservato padre Lombardi – anche lui forte di un’esperienza decennale – a Civiltà
Cattolica, gli articoli della rivista sono quasi sempre espressione della proposta
del Collegio degli scrittori. Mons. Celli ha quindi sottolineato la più grande sfida
che oggi si pone alla Chiesa nel mondo della comunicazione e che “Civiltà Cattolica”
ha accolto in pieno, anche nel suo impegno sul Web 2.0, la sfida del linguaggio:
“Credo
che una delle grandi sfide che oggi la Chiesa deve affrontare nel suo insieme
sia proprio quella del ricorso a un linguaggio che possa essere comprensibile
dagli uomini e dalle donne di oggi”.
Concetti ripresi anche da mons. Camilleri,
che offrendo il punto di vista della Segreteria di Stato, ha sottolineato lo spirito
innovatore dei Gesuiti del 2013, che riprende quello dei fondatori di “Civiltà Cattolica”.
Oggi, come un secolo e mezzo fa, ha detto il sottosegretario per i Rapporti con gli
Stati, “Civiltà Cattolica” intende aiutare il lettore “a pensare cristianamente la
realtà”. Ha così ricordato le parole di Papa Montini, un Pontefice molto legato alla
rivista dei Gesuiti:
“Paolo VI definì la fondazione della rivista un ‘gesto
d’audacia’ in un contesto ‘privo di cultura proporzionata ai bisogni e alle aspirazioni
delle nuove generazioni’. E definì la rivista stessa ‘giovanile e pugnace’. Oggi,
occorre quella stessa audacia e sono qui non solo per testimoniare il consolidato
legame tra la Segreteria di Stato e ‘La Civiltà Cattolica’, ma anche per augurarvi
la stessa audacia dei vostri predecessori”.
Mons. Camilleri ha quindi
concluso il suo intervento rammentando l’augurio che Giovanni XXIII rivolse nel 1963
a padre Roberto Tucci, allora direttore di “Civiltà Cattolica”: la “rivista sia sempre
più giovane a misura del suo invecchiare”. E’ stata dunque la volta di padre Antonio
Spadaro, che ha illustrato le novità: innanzitutto un cambio di veste grafica e l’introduzione
di nuove rubriche, come il “Focus”. Quindi, l’approdo della rivista su tutti i tablet,
il potenziamento della presenza sui Social Network e ancora, grazie a Google, l’accesso
gratuito di tutti i fascicoli pubblicati dal 1850 al 2008. E’ inoltre allo studio
il progetto di un’edizione in lingua inglese di “Civiltà Cattolica”. La rivista “cambia
per essere se stessa”, ha detto padre Spadaro, indicando qual è la sua grande forza:
“Il
nostro vero tesoro come rivista della Compagnia di Gesù è questa forma mentis
che ha la sua radice nella spiritualità di Ignazio di Loyola: una spiritualità
umanistica, curiosa e attenta alla ricerca della presenza di Dio nel mondo, che nei
secoli ha forgiato santi, intellettuali, scienziati e formatori… e anche un Papa”.
Padre
Spadaro ha, così, manifestato la gioia che come gesuita prova nell’avere un suo confratello
alla Cattedra di Pietro. Un Papa di cui i Gesuiti riconoscono immediatamente la dimensione
ignaziana. E non si è sottratto alla curiosità di una giornalista che gli ha chiesto
se sia possibile che Papa Francesco scriva un articolo per “Civiltà Cattolica”:
“La
Civiltà Cattolica può ospitare solo articoli scritti da gesuiti. Il Papa è gesuita
e ovviamente potrebbe scrivere… Vedremo!”