Le imprese investono sempre meno. Le Acli: l'austerità non porta sviluppo
Il tema dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende dovrebbe
essere affrontato domani dal Consiglio dei ministri. Le imprese però soffrono anche
per mancanza di credito e questo ha comportato nel 2012 un drastico calo degli investimenti.
Il servizio di Alessandro Guarasci:
I sindacati
chiedono di sbloccare subiti i crediti della pubblica amministrazione nei confronti
delle imprese. L’effetto sarebbe duplice: evitare che si blocchino i cantieri e arginare
la perdita di posti di lavoro. Per il presidente delle Acli, Gianni Bottalico,
bisogna convincere di più l’Europa, che non vuole si sfori il rapporto del 3% tra
deficit e Pil:
"Io credo, appunto, che la politica e l’autorevolezza della
nostra politica in questo momento si giochi nel far capire che quella politica restrittiva
non sia assolutamente favorevole ad un clima di sviluppo. Credo che, a maggior ragione,
si debba alzare un poco la voce e raggiungere questo obiettivo, altrimenti il vero
rischio è che poi tutto diventi un puro calcolo matematico. Noi abbiamo bisogno di
governare, non di amministrare”.
Insomma, il sistema ha bisogno di soldi,
anche perché le aziende investono sempre meno. Secondo la Confederazione nazionale
artigianato, tra il 2007 e il 2012 si sono persi 6,7 miliardi di euro in investimenti.
E questo significa meno innovazione e meno sviluppo. Reggono però le imprese cooperative
agricole: il 32% nel 2012 ha investito soprattutto per il lancio di nuovi prodotti.