2013-04-04 20:33:25

Milano. Tribunale: incostituzionale il divieto della eterologa. Il parere di D'Agostino


Nuova questione di incostituzionalità della legge 40 che in Italia regola la fecondazione assistita. A sollevarla è il Tribunale di Milano che, rispondendo al ricorso di una coppia sterile, ha chiesto alla Consulta di pronunciarsi sul divieto della fecondazione eterologa in quanto esso si porrebbe in contrasto con alcuni principi costituzionali, tra cui il diritto all'autodeterminazione della coppia, il principio di eguaglianza tra coppie e il diritto alla salute. Il divieto contenuto nella legge 40 condizionerebbe "la possibilità delle coppie eterosessuali sterili o infertili" di "poter concorrere liberamente alla realizzazione della propria vita familiare". Su questo nuovo pronunciamento Adriana Masotti ha sentito il parere di Francesco D’Agostino, presidente Unione giuristi cattolici italiani:RealAudioMP3

R. – Mi sembra che, per l’ennesima volta, i giudici nel riflettere sui grandi problemi che nascono dalla procreazione assistita abbiano preso in considerazione esclusivamente gli interessi e anche i diritti della coppia – che spera di diventare una coppia genitoriale – e hanno lasciato completamente fuori da ogni considerazione gli interessi e soprattutto i diritti dei bambini, che potrebbero venire al mondo con la procreazione eterologa. Perché, attraverso la procreazione eterologa si creano – oramai lo sappiamo tutti benissimo – più figure genitoriali alternative tra di loro. In questo contesto di disarticolazione della struttura familiare, parlare semplicemente di diritto alla salute della coppia sterile o di eguaglianza tra le coppie, o di autodeterminazione, significa cogliere un aspetto, del tutto secondario, di questa complessa problematica. Perché se è vero, come oramai ripetiamo tutti, che i diritti dei bambini devono sempre essere considerati prioritari, mai come nella fecondazione eterologa, essi vengono messi da parte. Mi auguro che la Corte costituzionale allarghi il suo orizzonte e prenda in considerazione anche questo aspetto del problema.

D. – Inutile dire che le prime reazioni a questa ordinanza del Tribunale civile di Milano sono favorevoli ed è così in genere quando si tocca la legge 40. Quale spiegazione possiamo darci a questo attacco continuo verso questa legge?

R. – C’è un fenomeno interessante: il referendum che venne promosso sulla Legge 40, ce lo ricordiamo tutti, fallì vistosamente. Non si raggiunse il quorum. A mio avviso questo capiterebbe ancora oggi, perché la gran parte della popolazione italiana non percepisce il problema della fecondazione artificiale come un problema prioritario. A fronte di questi atteggiamenti inequivocabili, esistono però atteggiamenti ideologici di alcuni gruppi libertari, sicuramente minoritari, che riescono a occupare le pagine dei giornali e ad attirare su di sé un’attenzione sproporzionata alla rilevanza delle loro pretese. Io credo che su questo sarebbe giunto il momento di fare un discorso molto onesto e molto chiaro: non possiamo lasciarci suggestionare da piccoli gruppi che pretendono di orientare eticamente il Paese su valori che sono minoritari. E dispiace vedere organi di stampa di grande livello che non percepiscono questo aspetto del problema e danno una rilevanza indebita a notizie di questo tipo.

D. – E’ curioso che in nome della famiglia, del diritto ad avere figli ecc.., si facciano battaglie, ma poi nessuno pensi ad un sostegno reale…

R. – Quella della famiglia è una piaga aperta nella realtà italiana da molti e molti decenni, perché nonostante abbia un grande rilievo costituzionale, la famiglia viene sistematicamente marginalizzata dalle politiche sociali del nostro Paese, che preferiscono invece dare credito e aprire dibattiti su problemi – anche qui reali ma minoritari, come quelli delle convivenze – e non attivare una politica di forte sostegno sociale alle famiglie fondate sul matrimonio, secondo il dettato dell’articolo 29. A me impressiona sempre vedere gli sperticati elogi che continuamente vengono fatti dalla nostra Costituzione – elogi più che giustificati, che sia ben chiaro – a cui però non corrisponde quel minimo di onestà intellettuale che induca a vedere che la nostra Costituzione è a favore della famiglia fondata sul matrimonio. Questo giustificherebbe interventi sociali che sono assolutamente carenti dalla politica di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi decenni.

Ultimo aggiornamento: 5 aprile 2013.







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